Federdistribuzione, la Corte costituzionale conferma la libertà di apertura festiva

Federdistribuzione, la Corte costituzionale conferma la libertà di apertura festiva

I dati sul commercio al dettaglio, pubblicati oggi dall’Istat, mostrano un preoccupante calo delle vendite a ottobre del -3,8% rispetto a ottobre 2011(-2,9% per i prodotti alimentari e -4% per il non food). Il dato cumulato dall’inizio dell’anno si porta al -1,9% con un segno meno sia per il food & drink (-0,4%) sia per il non alimentare (-2,5%).
“Un pesante dato negativo che ci aspettavamo in base alle ultime informazioni a nostra diposizione di fonte aziendale – ha commentato Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, in una nota ufficiale – Fatta eccezione per i discount, che rappresentano una voce anticiclica all’interno del settore del commercio, a soffrire sono tutte le forme distributive, a testimonianza di come il fenomeno del calo dei consumi sia generale e diffuso. E’ un segno inequivocabile che la crisi economica ha ormai minato il potere d’acquisto dei consumatori e questo ci preoccupa in previsione del Natale, un momento fondamentale per i bilanci delle imprese della distribuzione, il cui utile medio di settore è ormai ridotto a un valore molto vicino allo zero”.
Accanto all’allarme sulle vendite, Federdistribuzione esprime le propria soddisfazione per la sentenza depositata ieri dalla Corte costituzionale che conferma la piena liberalizzazione delle aperture domenicali e festive dei negozi introdotta dalla legge “Salva Italia”.
La Corte costituzionale si è pronunciata infatti sui ricorsi presentati da alcune Regioni (Piemonte, Veneto, Sicilia, Lazio, Lombardia, Sardegna, Toscana, Friuli Venezia Giulia) contro l’art. 31, della legge “Salva Italia” ritenuto, dalle ricorrenti, invasivo della competenza legislativa regionale in materia di commercio. La sentenza della Corte Costituzionale respinge appunto tutti i ricorsi e afferma la piena legittimità dell’art. 31 della legge “Salva Italia”, in quanto emanato a tutela della concorrenza, materia di competenza esclusiva del legislatore statale.
In particolare si legge nella sentenza che in materia di “…. tutela della concorrenza – ricomprendente le misure dirette a promuovere l’apertura di mercati o ad instaurare assetti concorrenziali, mediante la riduzione o l’eliminazione dei vincoli al libero esplicarsi della capacità imprenditoriale e alle modalità di esercizio delle attività economiche – è consentito al legislatore statale intervenire anche nella disciplina degli orari degli esercizi commerciali ….”.
Ancora “ … la liberalizzazione da intendersi come razionalizzazione della regolazione, costituisce uno degli elementi di promozione della concorrenza capace di produrre effetti virtuosi per il circuito economico ….”. Infine “L’eliminazione dei limiti agli orari e ai giorni di apertura al pubblico degli esercizi commerciali favorisce, a beneficio dei consumatori, la creazione di un mercato più dinamico e più aperto all’ingresso di nuovi operatori e ampia la possibilità di scelta del consumatore”.
“La sentenza della Corte costituzionale – commenta Cobolli Gigli – conferma una legge che permette un assetto più moderno e concorrenziale del settore del commercio, in grado ora di essere più coerente con i nuovi bisogni dei consumatori. Ci conforta inoltre per tutte le azioni che abbiamo intrapreso in questi mesi a tutela della libertà imprenditoriale, un principio cardine sul quale costruire un sistema economico più efficiente e competitivo. In particolare in quanto nella stessa sentenza vi è anche un chiaro riferimento alla legittimità delle semplificazioni in materia di nuove aperture di punti vendita”.

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