Riso, plauso alla clausola di salvaguardia per l’import

Il riso indica a dazio zero proveniente dalla Cambogia mette a serio rischio i prezzi di vendita della merce europea
Riso, plauso alla clausola di salvaguardia per l’import

No alla guerra dei prezzi sul riso. Con la richiesta di adozione di misure di salvaguardia europee nei confronti dell’importazione di riso greggio cambogiano del tipo indica, Coldiretti ottiene dal Governo un’importante accelerazione su un fronte di battaglia molto importante per il mercato risicolo. Il documento tecnico sull’impatto delle importazioni a dazio zero inviato alla Commissione europea, da Carlo Calenda, vice ministro dello Sviluppo Economico, con delega al Commercio estero, in collaborazione con il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina dice che la richiesta di adozione di misure di salvaguardia è giustificata dal fatto che “nelle ultime cinque campagne le importazioni di riso dalla Cambogia nell’Unione europea sono aumentate da 5mila a 181mila tonnellate, raggiungendo il 23% di tutto l’import Ue grazie alla completa liberalizzazione tariffaria avvenuta il primo settembre 2009 a favore dei Paesi beneficiari del sistema di preferenze tariffarie generalizzate di cui all’articolo 1, paragrafo, lettera c (EBA) del regolamento UE n.987. Il persistente aumento delle importazioni dalla Cambogia continua a creare pressione sul mercato UE con conseguente ulteriore riduzione dei prezzi del riso di tipo indica e disincentivo a coltivare questo tipo di riso”. Grazie alla mobilitazione di Coldiretti, si è avviata una procedura a livello comunitario che andrà sostenuta in sinergia con le associazioni degli agricoltori dei Paesi europei produttori di riso come Grecia, Francia, Bulgaria e Spagna. “Dobbiamo lavorare a livello comunitario per l’applicazione della clausola di salvaguardia nei confronti delle importazioni incontrollate ma – commenta Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti – anche a livello nazionale, dove occorre introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza, dare pubblicità ai nomi delle industrie che utilizzano riso straniero, ma anche istituire una unica borsa merci e la rivisitazione dell’attività dell’Ente Nazionale Risi”.

© Riproduzione riservata