Londra, lo shopping viaggia in metropolitana

La società di gestione della Tube londinese è pronta ad accogliere gli armadietti click and collect in altre venticinque stazioni
Londra, lo shopping viaggia in metropolitana

Ogni giorno circa 28 milioni di persone affollano le sue 270 fermate, distribuite in dodici linee. Un esercito di pendolari che si spostano tra i vari angoli della città, molto spesso compiendo quotidianamente il medesimo percorso con orari scanditi dai ritmi lavorativi. Per i londinesi, del resto, la metropolitana è una sorta di istituzione, con una storia lunga oltre centocinquant’anni. Efficienza e tradizione che, per i retailer inglesi, sta diventando anche un’opportunità per incrementare l’appeal del loro canale di vendita più moderno, quello dell’e-commerce. Il tutto grazie alla diffusione del click and collect nelle stazioni, armadietti refrigerati in cui ritirare comodamente la spesa ordinata online, magari poche ore prima tramite il proprio smartphone. Un progetto lanciato inizialmente da Asda nel 2013 e poi seguito dal altri player, che hanno coinvolto nella loro strategia anche alcuni parcheggi adiacenti alla metro, seguendo le esigenze della clientela. Adesso  un nuovo impulso allo sviluppo del servizio arriva direttamente dal Transport for London, la società pubblica di gestione dell’intera infrastruttura. Considerato l’interesse dei retailer e anche la necessità di fare cassa, Tfl ha annunciato l’intenzione di concedere una serie di nuove autorizzazione per estendere la rete degli armadietti in altre 25 stazioni, valutando poi ulteriori intese. Oltre Asda, diverse insegne hanno già comunicato la volontà di investire in questo settore, tra cui InPost, Sainsbury, Tesco, Ocado e Amazon. “Finora le nostre partnership con i rivenditori hanno prodotto un successo superiore alle aspettative per tutti i soggetti coinvolti – ha dichiarato Graeme Craig, direttore dello sviluppo commerciale di Tfl -. Il nostro obiettivo è quello di migliorare radicalmente il servizio dedicato ai clienti, ricavandone anche maggiore reddito da reinvestire nella rete di trasporto”.

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