Waitrose, così Hiku rivoluzionerà la shopping experience

E’ quattro volte più veloce di uno smartphone. Il dispositivo che legge i codici a barre si prepara a conquistare il mercato britannico
Waitrose, così Hiku rivoluzionerà la shopping experience

Dopo Auchan è il turno di Waitrose. E stavolta più che un piano di sperimentazione graduale, nel futuro del dispositivo c’è una possibile diffusione su larga scala, magari nel giro di pochi mesi. L’insegna, del resto, ha appena siglato un accordo in esclusiva per il Regno Unito con l’azienda produttrice, una start up della Silicon Valley. L’idea, insomma, è quella di proporre Hiku ai propri clienti già all’inizio del prossimo anno, scommettendo sui plus della tecnologia e su un vero e proprio nuovo modo di fare la spesa. L’apparecchio, del resto, si propone di superare l’m-commerce nel campo d’azione dove esprime il massimo del suo potenziale, cioè quello della rapidità e della comodità. Non a caso, secondo gli sviluppatori, sarebbe in grado di ridurre di ben quattro volte il tempo dello shopping, rispetto a uno smartphone. Basta avvicinare il device al codice a barre di un prodotto presente nella credenza o in frigorifero, per inviare automaticamente l’ordine di acquisto. Oppure, in alternativa, è sufficiente impartire la medesima richiesta a voce, grazie a un microfono e a un sistema di riconoscimento vocale. Chi invece non si trova in casa, può utilizzare un’app e collegarsi al dispositivo attraverso il cellulare. Nei piani del retailer britannico, la new entry rientra a pieno titolo nel programma Hot Ideas, finalizzato proprio a spingere l’acceleratore verso l’innovazione e tutte le novità capaci di migliorare la shopping experience. Nelle prossime settimane, saranno anzitutto i dipendenti del rivenditore a testare la nuova tecnologia, insieme a un campione di clienti, scelto tramite le candidature inviate al sito web. Rispetto ad Amazon Dash, dispositivo analogo proposto dal colosso di Jeff Bezos, Hiku ha il vantaggio di non essere legato a un unico player. A breve, dunque, potrebbe fare il suo ingresso nei mercati di altri Paesi, anche per essere utilizzato da più insegne tra loro concorrenti.

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