Chi sale e chi scende nel mercato del grocery?

Anche a febbraio il non food resta il comparto più critico per le medie e grandi superfici. Meno problematici i freschi. Boom per il gluten free e le bevande vegetali
Chi sale e chi scende nel mercato del grocery?

Come sono andate le vendite nel mondo del grocery nel mese di febbraio? Nielsen ci aiuta a districarci trai i format distributivi per comprendere bene chi cattura con più efficacia il consumatore italiano, almeno per la parte preponderante del sell out dei punti vendita. Le vendite a volume sono cresciute dell’1,3% su base tendenziale (verso febbraio 2014, come tutte le variazioni percentuali che si leggeranno) nel totale di tutte le tipologie di punti vendita, dai maxi centri commerciali ai negozi tradizionali. Meno bene le vendite a valore, salite di uno 0,7%, a segnalare che la pressione promozionale resta elevata e in crescita (da 29,6 a 30 in iper+super+ls) e che il mix di vendita non si sposta certamente verso l’alto. D’altronde, nonostante qualche segnale di miglioramento nella consumer confidence, l’economia reale fatica ancora e molto. In questa situazione il segno più di febbraio dev’essere preso con un certo favore. In questo quadro le grandi superfici continuano a non funzionare: gli iper sopra i 4500 mq vedono scendere le vendite a volume e a valore dell’1,3%, laddove le medie (comprese tra 400 e 4500 mq) guadagnano l’1,8% a volume e l’1,6%, e tra queste la parte del leone va sicuramente alle superfici comprese tra 1500 e 4500 m a valore che appaiono essere la parte sana della distribuzione insieme ai discount che continuano a consolidare la crescita con un +3% a volume (+1,8% a valore). I movimenti più eclatanti avvengono nella prossimità, laddove si intravedono grossi sconvolgimenti di mercato, con i negozi tradizionali che cedono il 7,3% a volume e gli specialisti drug che salgono del 14%, sempre a volume. L’analisi per aree, condotta su iper + super + libero servizio, evidenzia come il Nord ovest sia l’area con la maggior crescita per il grocery con un +1,4% a volume e un +1,6% a valore. Nelle aree 3 e 4, al contrario, le modeste crescite a volume sono tutte a scapito dei valori, pressochè stabili, segnale di crescita di promozionalità come si diceva prima. A livello di singola regione, nell’area 1 è la Val d’Aosta che mette a segno le migliori performance, per la concomitanza con la stagione sciistica che catalizza in valle molto turismo, ma è la Basilicata la regina del mese con un +14,9% a volume e un 9,8% a valore, dovuto probabilmente al cambiamento di struttura distributiva. Le regioni che esprimono un calo di volumi sono quattro: Trentino alto Adige, che non gode dell’effetto montagna, Sardegna, la popolosa Campania che mette a segno la peggiore variazione con un -3,6% a volume e un -4,8% a valore, e la Puglia. Scendendo alle categorie merceologiche, benissimo i prodotti senza glutine, le bevande alla soia, gli elaborati avicoli crudi che trainano letteralmente il consumo di carne, e gli “altri salumi affettati” con crescite superiori al 20 per cento. In coda i detersivi lavatrice liquidi, le gomme da masticare e i pannolini con cali superiori al 10 per cento

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