In Francia scoppia la guerra delle indicazioni per la salute

In che modo avvertire il consumatore della opportunità di consumo, o meno, di un alimento? La tematica è di quelle che accendono scontri titanici tra consumatori, produttori e distributori, governi, medici e ricercatori
In Francia scoppia la guerra delle indicazioni per la salute

L’annosa querelle si è arricchita di un nuovo scontro in Francia, dove la contesa si è fatta importante tra alcune società di medicina da un lato e la locale Federdistribuzione, che associa gruppi del calibro di Carrefour, Auchan, Système U, Casino. Il motivo del contendere è la “segnaletica” da apporre sulle confezioni di alimenti, che avrebbe l’obiettivo di indurre i consumatori a una scelta più consapevole degli cibi con lo scopo ultimo di limitare o eliminare quelli che hanno riflessi maggiori su obesità, malattie cardiocircolatorie, diabete ed altre patologie simili, in linea con gli obiettivi del ministero degli Affari sociali e della salute francese, guidato dalla ministra Marisol Touraine. Anche in Inghilterra, peraltro, ha sollevato molte proteste il sistema cosiddetto del “semaforo”.

I medici spingono per un sistema di bollini a cinque colori, dal verde al rosso passando per giallo arancio e rosa, dove all’avvicinarsi al rosso si salga in una scala di “pericolosità” costruita sulla base di un algoritmo che tiene conto di zuccheri, grassi saturi, sale e calorie. Un sistema ritenuto troppo penalizzante contro il quale si sono mossi i lobbisti della distribuzione producendo un sistema concorrente, che si basa su quattro triangoli – verde, blu, arancio e viola (il colore rosso è stato eliminato in quanto troppo allarmante) – che significano rispettivamente: è possibile consumare il prodotto tutti i giorni; è possibile un consumo frequente; è consigliabile una o due di volte a settimana; consumo “occasionale”. Anche in questo sistema si basa su un algoritmo che assegna i colori, ma a differenza del primo quest’ultimo non è stato reso noto e non è quindi verificabile così come è oscura la commissione scientifica che lo ha sviluppato, di cui si conoscerebbe, secondo il quotidiano francese Le Figaro che ha seguito la questione, solo il presidente. Ovvero Gérard Friedlander, fisiologo di fama e docente all’università di Parigi Decartes.

La partita è aperta, gli esiti ancora incerti, ma è chiaro che la scelta dell’uno o dell’altro sistema influiranno sugli acquisti futuri quando entrerà in funzione. E quindi anche sui beni importati che dovranno seguire le prescrizioni.

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