Dolciario &Co.: le ultime tendenze emerse al Sigep

Trend positivi per i settori gelateria e pasticceria nel 2015, grazie anche alla calda estate. Segna il passo invece il pane tradizionale a favore dei cereali alternativi
Dolciario &Co.: le ultime tendenze emerse al Sigep

Gelati e torte su, pane giù, ad eccezione di quello a base di cereali alternativi. Sono le tendenze emerse nel corso del 2015 e presentate all’edizione 2016 del Sigep, il salone internazionale della gelateria, pasticceria e panificazione artigianale in corso a Rimini Fiera dal 23 al 27 gennaio. Ai maggiori consumi di gelato ha contribuito senza dubbio il caldo della scorsa stagione estiva. I dati indicano nell’8% l’aumento dei consumi rispetto al 2014, anno peraltro compromesso da un’estate più fredda e piovosa. Dati ancora più elevati per quanto riguarda l’area del Centro-Sud Italia, dove le vendite sono aumentate di oltre il 20%. Il fatturato stimato del settore è di oltre 2,5 miliardi di euro, con una media di quattro italiani su 10 che mangiano gelato regolarmente nei mesi estivi, mentre sono in crescita tendenziale anche i consumi durante l’arco dell’anno: sei chilogrammi pro capite, pari a circa 380 mila tonnellate, di cui circa 170 mila di gelato artigianale,

Anche la pasticceria artigianale è in crescita. E’ quanto emerge dall’indagine Databank, voluta da Aibi, l’Associazione italiana bakery ingredients. In particolare, i consumi degli italiani hanno superato nel 2015, secondo le stime, le 565 mila tonnellate, con un incremento dello 0,7% rispetto al 2014. Appaiono in calo i pasticcini e la biscotteria (40% dei consumi), aumentano invece le brioche (+3,5%), i prodotti da ricorrenza (+6%) e le torte su ordinazione. Molto amate anche le torte “american style”, a più piani con glassa di zucchero.

In calo invece il pane. Le difficoltà economiche hanno portato a un consumo medio pro capite tra gli 85 e i 90 grammi, con un calo di circa 20 grammi rispetto al 2009 e del 3,8% rispetto al 2014. Però sale l’interesse per il pane biologico (+ 2%) e i prodotti senza glutine o a base di cereali alternativi (kamut, farro), il cui giro d’affari vale oggi circa 250 milioni di euro (+18%).

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