Sei strategie per ridurre lo spreco di cibo

Educazione e rivoluzione del packaging. Passa da qui la lotta per ridurre lo spreco alimentare, e guadagnare denaro e reputazione
Sei strategie per ridurre lo spreco di cibo

Ormai la riduzione dello spreco di cibo non rappresenta solo una convenienza economica per le aziende alimentari. E’ anche una dimostrazione di trasparenza e di impegno per la sostenibilità: una cosa che i consumatori moderni apprezzano.

Come produttori di cibo siamo responsabili della riduzione di più voci di spreco possibili. Dobbiamo dare l’esempio”. A dirlo è Jody Levy, cofondatore e direttore creativo di  Wtrmln Wtr, una startup che trasforma “brutte” angurie in succhi di frutta spremuti a freddo. “I consumatori – continua Levy – specialmente i millennials, sostengono le aziende e i marchi che si impegnano di più per la sostenibilità del mondo che condividiamo”.

Ridurre lo spreco alimentare è conveniente in tutti i sensi per i produttori di cibo. Infatti sono sempre più numerose le aziende che hanno già implementato metodi per abbattere gli sprechi nelle rispettive filiere. Ma ci sono tante altre strategie e tecnologie innovative per raggiungere questo risultato, anche se non tutte vengono utilizzate come meriterebbero. Le più importanti coinvolgono educazione e packaging.

1) EDUCARE IL CONSUMATORE – Almeno il 44% dello spreco di cibo si verifica al livello dei consumatori finali. Come migliorare le cose? L’educazione del consumatore può avere un impatto decisivo. Secondo la stima della statunitense “ReFED”, il risparmio solo negli Usa potrebbe ammontare a 2,66 miliardi di dollari.

Istituzioni governative e gruppi ambientalisti hanno sviluppato molti programmi educativi per ridurre lo spreco alimentare. Ma chi produce cibo e bevande ha la possibilità di giocare un ruolo fondamentale in questa battaglia:

– Finanziare iniziative educative sulle best practices relative a conservazione del cibo, donazioni, compostaggio e pianificazione alimentare;

– Mettere in campo campagne marketing e promozionali che incoraggino la riduzione degli sprechi di cibo:

– Stampare consigli e messaggi educativi contro gli sprechi direttamente sul packaging dei prodotti.

Se questi sforzi possono non impattare direttamente sulla filiera di un’azienda, possono comunque promuovere la sua reputazione in tema di trasparenza e sostenibilità. Inoltre, coordinare gli sforzi delle diverse parti della filiera – come l’ufficio marketing e il settore degli esperti di durata a scaffale – potrebbe far sì che le iniziative per l’educazione del consumatore fossero più rapide ed efficaci.

2) INNOVARE IL PACKAGING: LE PORZIONI – Le aziende possono offrire i loro prodotti in una notevole varietà di porzioni, anche adatte alle famiglie poco numerose che stanno diventando sempre più comuni al giorno d’oggi. Il brand Duncan Hines di Pinnacle Foods Inc. ad esempio ha creato una linea “Porzione perfetta” di miscele per prodotti da forno, studiata per venire incontro alle esigenze di famiglie più piccole e per occasioni in cui una torta full size potrebbe finire quasi tutta nella spazzatura.

3) INNOVARE IL PACKAGING: FUNZIONALITA’ – Confezioni richiudibili o con varie porzioni sigillate individualmente stanno diventando sempre più popolari, specialmente se si parla di dolci e snack. Questo tipo di confezionamento preserva qualità e freschezza del prodotto, e al tempo stesso consente ai consumatori di acquistare confezioni più grandi diminuendo i viaggi al negozio di alimentari.

Ma i produttori devono trovare un punto di equilibrio:  usare packaging che incentivi la riduzione dello spreco di cibo senza generare un eccesso di imballaggio che porterebbe ad un aumento di costi economici e ambientali. #AvocadoGate fu un fiasco fomentato dai social: avocado pre confezionati e pre sbucciati ma con un packaging eccessivo. Che aumentò di molto la vita a scaffale dei prodotti, ma venne subito detestato dai consumatori a causa dell’imballaggio esagerato.

4) TECNOLOGIE DI PACKAGING – Le moderne tecnologie di packaging offrono soluzioni al problema dello spreco di cibo. Il vice presidente della sostenibilità a Sealed Air, Ron Cotterman, ne individua tre che possono ridurre il problema del 20%.

Si tratta di packaging ad atmosfera modificata, barriere attive che usano assorbitori di ossigeno o altre tecnologie integrate nelle confezioni e infine assorbitori di odori usati soprattutto per carne, pollame e altri prodotti a base proteica in grado di eliminare o ridurre lamentele e resi causati da cattivi odori.

Altre tecnologie possono comprendere packaging intelligente con sensori che indicano i livelli di freschezza e deperimento, magari usufruendo dell’Internet of Things. Accorgimenti in grado di fornire dati in tempo reale a produttori e venditori al dettaglio su freschezza, temperatura, cambiamenti di acidità e pressione dei prodotti: elementi che possono avere un impatto sulla qualità. Nel 2015, alcuni ingegneri hanno presentato ad esempio un nuovo tappo intelligente con sensori elettronici stampati in 3D per monitorare il grado di deperimento del latte.

5) PROMOZIONI PIU’ INTELIGENTI – Per i produttori sembra accattivante eliminare il problema degli avanzi di magazzino, magari vendendo maggiori quantità di cibo a costi più bassi. Ma tutto sommato, ciò porterebbe a un incremento nelle quantità di cibo buttato dal momento che i consumatori getterebbero quello che non utilizzano. Invece i produttori potrebbero formulare promozioni al dettaglio più intelligenti, che non incentivino a un potenziale spreco di cibo. Una soluzione potrebbe consistere in strategie promozionali “a più strati” che consentano agli acquirenti di tarare le proprie scelte di risparmio sulla quantità di prodotti che sono effettivamente in grado di consumare.

6) AUMENTARE LA DURATA DEI PRODOTTI – Non importa se per ottenere questo risultato sia necessario agire su packaging, ingredienti, processi di lavorazione o miglioramenti di filiera. Di fatto, se la vita a scaffale dei prodotti si allunga i consumatori avranno più tempo per comprare e consumare prima della data di scadenza. In ogni caso, gli acquirenti sono sempre più restii a comprare prodotti con conservanti chimici o artificiali. Così, i produttori stanno trovando nuovi modi per estendere la vita a scaffale. Ad esempio le produzioni ad alta pressione, che non solo offrono la possibilità di mantenere i prodotti sugli scaffali più a lungo senza che perdano freschezza ma consentono di conservare i vantaggi nutritivi degli ingredienti senza utilizzare additivi chimici.

Ricercatori brasiliani hanno scoperto un modo per allungare la durata del latte inserendo nelle bottiglie di plastica nanoparticelle antimicrobiche d’argento, che eliminano la necessità di usare altri additivi. Altri ricercatori hanno scoperto che la proteina delle fibre di seta consente di arrestare la traspirazione della frutta, estendendo la vita dei prodotti freschi.

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