Così lo ricordano

In questo spazio, le dichiarazioni di manager e imprenditori che ci hanno inviato un loro ricordo di Bernardo Caprotti. Aggiungeremo altre testimonianze e vi invitiamo a inviarci le vostre
Così lo ricordano

Luigi Bordoni, presidente Centromarca

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Luigi Bordoni – Centromarca

Bernardo Caprotti è stato per l’industria di marca un partner formidabile. Serietà e rigore, unite alla capacità di superiori performance, hanno sempre contraddistinto le relazioni della sua azienda con le nostre imprese. Ha saputo esprimere una focalizzazione strategica assoluta su aspetti di primissimo piano dell’attività commerciale, curando nei dettagli l’evoluzione del punto di vendita per garantirne l’attrattività, valorizzando l’offerta con soluzioni innovative e gestendo la logistica secondo criteri avveniristici. Questa impronta imprenditoriale ha fatto di Esselunga il paradigma del rapporto ideale, in cui i partner traggono reciproco vantaggio.
Ci auguriamo che relazioni e risultati di questo livello proseguano anche in futuro, coerentemente con una strategia imprenditoriale che ha consentito ad Esselunga di raggiungere il vertice delle classifiche internazionali della produttività. Bernardo Caprotti non è stato solo un grande imprenditore. Aveva una dote culturale fuori dal comune, amava l’arte nelle sue molteplici espressioni, ha mostrato un’attenzione tutta particolare nel sostenere molte attività benefiche di rilevanza sociale.
A renderlo unico è stata una personalità poliedrica, capace di coniugare sensibilità umanistica e qualità imprenditoriali con la piena consapevolezza del fondamentale ruolo dell’impresa nella dimensione sociale del Paese.

 

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Mario Puggina – Despar

Marino Puggina, fondatore Despar

Sono molto dispiaciuto per la scomparsa di Bernardo Caprotti. Era più giovane di me, ma abbiamo percorso insieme lo sviluppo della Gdo in Italia sin dai primi anni. È giusto ricordare che il primo supermercato fu aperto a Milano nel 1957 da Rockfeller, all’epoca Caprotti era uno dei cinque soci della Supermarket Italiani. È stato negli anni Sessanta un avversario temibile, ma sempre corretto, estremamente corretto. Ho fondato Despar nel 1959 ma ero già attivo negli alimentari dagli inizi degli anni ’50 e, come Caprotti, ho preso ispirazione dagli americani. Ci siamo sfidati sul territorio, alla fine lui si è radicato a Nord Ovest, in Lombardia perlopiù, e io nelle Tre Venezie, anche se poi ci siamo ampliati in tutta Italia grazie alle associazioni di aziende. Con Caprotti ho condiviso la nascita e la trasformazione del mercato della grande distribuzione nel nostro Paese, le battaglie con le Coop, le difficoltà con la politica e come lui non ho mai ceduto alle lusinghe di facili percorsi. Mi sono sempre reputato un imprenditore sano, un vero italiano che ha fatto della propria azienda una famiglia. La mia stima per Caprotti è profonda e sincera, con lui se ne va anche una parte importante della storia imprenditoriale italiana e ne sono molto dispiaciuto. Alla sua famiglia vanno le mie condoglianze con un invito: fate in modo che Esselunga rimanga italiana!

 

Carlo Aliverti, fondatore Aliverti&Associati

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Carlo Aliverti – Aliverti&Associati

Ho lavorato molti anni per il dottor Caprotti. Realizzavo il design dei packaging della sua private label. Lavoravo con sua figlia Violetta, che allora era in azienda come responsabile della comunicazione. Una mattina, prima di iniziare la riunione, mi disse che suo padre voleva parlarmi. Mi si gelò il sangue e immediatamente pensai di aver fatto qualche orribile errore. E mi vidi come Fantozzi sulla poltrona-sacco. Invece fu lui che scese dall’ultimo piano, si presentò con umile eleganza, e mi disse che voleva chiedermi una cortesia: “Dottor Aliverti, so che lei sta facendo il restyling della nostra linea di sott’olio. Le vorrei chiedere una personale cortesia: dovrebbe mantenere la confezione del cetriolino sotto aceto uguale a se stessa. Non dovrebbe cambiarla, per piacere. Me l’ha disegnata personalmente Armando Testa ed è un ricordo a cui tengo molto”. Io rimasi pietrificato per qualche istante e poi gli dissi quanto fossi felice e d’accordo con lui.  I cetriolini dell’esselunga come la Campbell di Andy Warhol. Lo ricordo volentieri così.

 

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Gianluigi Ferrari – AgeCore

Gianluigi Ferrari, managing director AgeCore

Azienda fantastica in cui ho iniziato e imparato a lavorare. Da molti anni sono all’estero e non ho mai trovato un’azienda simile. Bernardo è stato un genio. Il solo limite è che la perfezione delle sue esecuzioni non ha permesso uno sviluppo dimensionale consistente. Un gran peccato è stato il rapporto con i figli, Violetta e Giuseppe: sarebbero stati degni leader di questa azienda.

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