Barilla fa bis con la produzione di sughi

La società aprirà nel 2018 un secondo stabilimento a Rubbiano, che consentirà di seguire l’evoluzione delle vendite. Investimento da 50 milioni di euro
Barilla fa bis con la produzione di sughi

A meno di cinque anni dall’inaugurazione del primo stabilimento per la produzione dei sughi pronti, il gruppo Barilla raddoppia e svela il progetto di raddoppio del sito di Rubbiano (Pr), che accompagnerà la crescita del gruppo parmense in questo specifico segmento di mercato. L’investimento per l’ampliamento del sito è pari a 50 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 40 milioni di euro impiegati nel primo impianto inaugurato nell’ottobre del 2012. Il nuovo stabilimento darà lavoro, a regime, a 60 persone.

NUOVO SITO PRONTO PER IL 2018 – Per Barilla questo nuovo investimento sembra essere la risposta a una precisa esigenza di mercato: “i volumi di vendita dei sughi sono aumentati di oltre il 45% dal 2012, e questo risultato ha portato la capacità produttiva dello stabilimento vicino alla saturazione. Nel dicembre 2016 è stato approvato il progetto di ampliamento, che ora verrà realizzato e completato entro il 2018” ha affermato la società in un comunicato. Le vendite di sughi pronti per la pasta a marchio Barilla sono destinate per il 75% all’export, vitale per questa categoria, e la principale destinazione è l’Europa.

PRODOTTI INTERNAMENTE ANCHE I SUGHI ALLA CARNE – Grazie al nuovo investimento, Barilla avrà la possibilità di internalizzare progressivamente la produzione dei sughi con carne, fin qui prodotti dal Consorzio Casalasco, noto per il marchio Pomì. Non è ancora chiaro, però, se l’accordo con Casalasco è destinato a esaurirsi nel momento in cui il nuovo sito produttivo entrerà a regime, così com’è successo con l’altro storico copacker che ha prodotto per Barilla fino al 2012, ovvero la Rodolfi Mansueto che ha interrotto la fornitura con la partenza del primo sito.

SESSANTA NUOVI DIPENDENTI – Con il raddoppio del sito, che sommerà una superficie totale coperta di circa 30.000 mq, la capacità produttiva massima salirà a oltre 122.000 tonnellate l’anno. Interessanti anche i numeri sull’impatto ecologico: il 95% dei rifiuti sarà riciclato e le emissioni di anidride carbonica saranno abbattute del 7%, mentre il consumo di acqua del 9 per cento. L’incremento di dipendenti è di 60 unità a regime con l’impegno di Barilla di avere il 50% di occupazione femminile al 2020, “in pieno allineamento con la strategia di Diversità e Inclusione che Barilla sta perseguendo da tempo” ha sottolineato la società.

Linea produttiva pesti Barilla

FILIERA ITALIANA PER LE MATERIE PRIME IMPORTANTI – Dal punto di vista delle filiere, tutto il basilico fresco utilizzato per i pesti è 100% italiano, mentre il pomodoro proviene interamente da coltivazioni della pianura padana. Anche la carne sarà interamente proveniente da capi allevati in Italia, con una totale tracciabilità per tutte le ricette prodotte nello stabilimento di Rubbiano. Anche parte del grano che Barilla utilizza per la pasta è oggetto di un accordo di filiera promosso e incentivato dalla Regione Emilia Romagna.

Sarà una fabbrica totalmente integrata, progettata internamente e assolutamente coerente con la strategia aziendale del ‘Buono per Te, Buono per il Pianeta’, ha dichiarato Carlo Carteri, responsabile degli stabilimenti pasta e sughi in Europa. Sarà caratterizzata da impianti e tecnologie innovative, robotizzate e digitalizzate, in linea con le logiche dell’Industria 4.0, in grado di elevare ulteriormente i già alti livelli di qualità e sicurezza del prodotto, coniugando gli aspetti di efficienza e flessibilità, anche attraverso un sofisticato sistema di tracciabilità.

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