Digital solutions per un retail 4.0

L’e-commerce richiede una maggiore efficienza della supply chain, come spiega Stefano Scandelli di Jda Software. Con una certezza: l’eccezionalità è la nuova normalità
Digital solutions per un retail 4.0

Il vero problema è che oggi l’eccezionalità fa parte della normalità. Con queste parole Stefano Scandelli, Group Vice President Sales Emea di Jda Software, ha esordito nel corso del Food Match 2017. Una relazione, la sua, finalizzata a dare conto di quanto sta avvenendo nel grocery anche all’estero, sull’onda dell’evoluzione digitale. A cominciare dai mercati più evoluti, come il Regno Unito, dove al modello brick & mortar – cioè il consumatore che si reca nel punto vendita fisico per fare la spesa – se ne sono da tempo affiancati altri. In Tesco gli ordini in modalità click & collect hanno cumulato negli anni una crescita del 68% – ha sostenuto Scandelli – mentre in Waitrose il click & collect rappresenta il 35% degli ordini online. L’eccezionalità sta anche nell’arrivo di nuovi competitor che cambiano le regole del gioco e alzano l’asticella, spesso attraverso il livello di servizio. Amazon in Italia ha un assortimento di un milione di articoli ed è in grado di consegnare in giornata gratuitamente. In città come Milano la consegna è possibile anche in un’ora, a fronte di una piccola fee. Queste sono le nuove sfide di mercato poste da realtà come Amazon o Ebay.

LA PERSONALIZZAZIONE DELL’OFFERTA – Sul fronte dell’offerta è da segnalare anche il fenomeno della personalizzazione, evidente già nel fashion: il sito web di Ralph Lauren consente di configurare la propria maglietta, così come è possibile creare online il proprio paio di occhiali Ray-Ban, scegliendo il modello, le lenti, i colori e aggiungendo anche un’incisione sui terminali della montatura. Un altro elemento di novità – ha dichiarato Scandelli – è l’introduzione della robotica nel negozio: Jda Software sta conducendo un progetto pilota nell’ambito della moda, precisamente delle calzature, ma nel food c’è il caso del carrello robotizzato testato da Walmart, che è in grado di guidare il consumatore all’interno del punto vendita in base alla sua lista della spesa.

LA CRESCITA ARRIVA DALL’ONLINE – A confermare che l’innovazione avrà un impatto positivo sui conti aziendali è la ricerca condotta da Jda Software in collaborazione con PwC a livello internazionale (Cina, Germania, Giappone, Messico, Regno Unito, Usa) in cinque comparti, compreso il grocery, e che ha coinvolto 350 Ceo di aziende retail: Il 52% si aspetta una crescita del fatturato nel 2017 – ha chiarito Scandelli – e il dato più interessante è che il 54% ritiene che questa crescita verrà dall’online. In questa stessa survey è stato chiesto dove sono orientati gli investimenti in innovazione e nel 49% dei casi l’area è quella della trasformazione digitale, con progetti già operativi e che producono risultati, mentre un altro 38% di aziende ha intenzione di avviare un progetto in questa stessa direzione.

IL PANORAMA ITALIANO – Quanto all’Italia, Jda Software lavora con l’85% della Gdo, soprattutto nell’ambito della razionalizzazione degli assortimenti, della riduzione delle scorte e dei costi di trasporto. Sull’attività online intesa come e-commerce – ha fatto notare Scandelli – ci sono molte realtà che portano avanti dei test, ma poche sono davvero in uno stadio avanzato. Il tema è sempre quello della profittabilità, perché la convergenza tra fisico e digitale implica una suppy chain estremamente complessa con livelli di servizio, e quindi di costi, diversi per tipologia di canale e di cluster di clienti. E ovviamente anche in questo la tecnologia può fornire indicazioni preziose: Nel fashion abbiamo avviato una partnership con Google – ha raccontato Scandelli – e abbiamo creato un applicativo basato su una logica di customer segmentation: l’assortimento del negozio lo definisco analizzando bene i miei clienti. La cosa più interessante per le aziende è vedere quanto performa ciascun item all’interno del cluster di clientela, perché questo aiuta a capire quanto di quel prodotto devo produrre, dove devo referenziarlo e dove non ha senso portarlo, perché non ho clienti che lo acquistano.

AUMENTANO GLI ACQUISTI DAL PRODUTTORE – Un’altra ricerca di Jda Software, fatta intervistando 6mila consumatori europei, ha evidenziato che crescono gli acquisti effettuati direttamente presso il produttore. Questo comporta una sfida per il produttore – ha avvertito Scandelli – che ha una supply chain per rifornire la Gdo, un’altra per gestire un mercato distributivo più frammentato e deve aggiungere un terzo canale, l’online. In questo caso è fondamentale pensare a una supply chain che sia il più possibile ottimizzata e sincronizzata, cambiare il modo di lavorare e avere ben chiaro quali sono le priorità.

© Riproduzione riservata