L’ “italiano” di Auchan rivoluziona l’insegna in Francia

Un grande progetto di rebranding, ma non solo, nel Paese d’origine della catena, supportato da 1,3 miliardi di investimenti. Grossa spinta anche sull’e-commerce e progetto di una centrale d’acquisto
L’ “italiano” di Auchan rivoluziona l’insegna in Francia

Auchan Francia ha varato un ambizioso piano industriale che dovrà portare al rilancio delle attività d’Oltralpe dell’insegna di proprietà della famiglia Mulliez, che sta attraversando un periodo non certamente florido. Il progetto porta la firma di un manager molto conosciuto in Italia: Patrick Espasa, ex presidente e amministratore delegato di Auchan Italia (e Romania) e prima di questo per un decennio abbondante direttore generale dell’ “insegna del pettirosso” (com’è comunemente chiamata in Francia) nella Penisola, che è stato richiamato in madrepatria nell’autunno 2015 con l’incarico di numero uno operativo della filiale territoriale che fa da fulcro a tutto l’impero. Per le cifre in ballo e per l’articolata complessità si tratta certamente di un piano straordinario, che dovrà riportare ad antichi splendori la crescita di Auchan in Francia, mercato dove la catena è adesso al quinto posto per giro d’affari e dove aspira a entrare nella top tre dei competitor.

INVESTIMENTI PER 1,3 MILIARDI DI EURO – Il progetto sarà supportato da 1,3 miliardi di euro di investimenti nel prossimo triennio. Una cifra decisamente importante anche per un gigante come Auchan, che solo nella madrepatria francese impiega quasi 73 mila dipendenti e produce il 37% dei ricavi di tutto il gruppo. Di questi, 785 milioni saranno dedicati a un importante restyling dei punti di vendita, che vede al centro il rebranding di tutte le insegne. Si punta al marchio unico, e per questo motivo i 256 supermercati di proprietà a marchio ‘Simply’ scompariranno per lasciare il posto all’insegna ‘Auchan Supermarché’ (non quelli in franchising al momento) mentre i negozi di prossimità ‘A2Pas’ diventeranno MyAuchan. Per questi ultimi è previsto un più forte presidio della prossimità, diventata sempre più strategica nelle medie e grandi città francesi e dove la società ha ammesso di essere in ritardo. Quanto il rebranding inciderà sul layout dei negozi non è ancora chiaro.

CAPITALI A SUPPORTO DELL’E-COMMERCE – Ben 134 milioni di euro saranno investiti per sviluppare il sito di ecommerce Auchan.fr, che diventerà il collettore unico degli acquisti digitali, forte di un catalogo di 300mila referenze. Vogliamo essere la prima insegna “phygitale” in Francia, perfettamente integrata tra spazi fisici e online ha detto durante la presentazione Espasa. Il digitale vale, secondo il quotidiano Les Echos, l’8,5% dei 20 miliardi di euro di ricavi che sviluppa in Francia Auchan.

TAGLI AL PERSONALE NEI SERVIZI CENTRALI – La rivoluzione non interessa solo la rete, ma anche i servizi centrali, che subiranno una trasformazione radicale e non indolore nel senso di una razionalizzazione importante. Sono previsti, infatti, 462 licenziamenti sui 2.800 dipendenti che si occupano di tutti servizi di staff e supporto (finanza, marketing, amministrazione, legale ecc) e la chiusura in un anno e mezzo di buona parte dei 32 centri sparsi sul territorio, le cui funzioni saranno portate in molti casi a Villeneuve d’Ascq, sobborgo di Lille dove c’è la sede centrale di gruppo. Questa riorganizzazione dovrebbe rendere più semplice e immediato il passaggio delle informazioni e sburocratizzare l’attività centrale del gruppo.

CENTRALE D’ACQUISTO A TRE – L’altra importante novità è la creazione di una centrale d’acquisto con Systeme U e Schiever. Con la prima, che ha una struttura simile a Conad (è una cooperativa di dettaglianti), Auchan aveva tentato una integrazione più stretta, malvista dalle autorità antitrust d’Oltralpe e il progetto è stato “depotenziato” a centrale d’acquisto. Si chiama Alliance e partirà quanto prima sempre se dall’Antitrust arriverà il via libera.

L’ITALIA PROSSIMA TAPPA DELLA RISTRUTTURAZIONE AUCHAN? – Il piano di riordino delle attività retail francesi di Auchan arriva dopo le dimissioni dal cda, lo scorso febbraio, di Vianney Mulliez, nipote del fondatore Gérard che ha lasciato il posto al manager esterno Regis Degelcke (ex Leroy Merlin, quindi sempre galassia Mulliez) dopo 11 anni di guida. Era probabilmente necessario uno choc nella stanza dei bottoni per dare il via libera alla profonda ristrutturazione di Escada. Mulliez è stato finora un difensore della presenza in Italia di Auchan, nonostante le perdite accumulate negli ultimi anni nel nostro Paese dal sistema che comprende anche Sma. Secondo le rilevazioni dell’Ufficio studi di Mediobanca tra il 2011 e il 2015 Auchan-Sma ha visto diminuire i suoi ricavi del 19,6% fino a 4,14 miliardi di euro, la peggiore performance tra i grandi gruppi della gdo (Carrefour ha fatto -9,3%), nonostante la crescita del 4,3% dei punti di vendita fino a salire oltre le 1.800 unità (l’81% però sono in franchising). Nello stesso periodo Auchan-Sma ha accumulato perdite nette per 560 milioni di euro circa. Il grande interrogativo che riguarda l’Italia è se Auchan porterà la rivoluzione Espasa anche sul nostro mercato, che il manager ben conosce ma dal quale non ha avuto grandi soddisfazioni negli ultimi anni, o piuttosto la nuova guida internazionale, incarnata da Deglecke, cercherà di imporre una discontinuità più netta rispetto al passato per tagliare perdite magari considerate strutturali? Non resta che attendere i prossimi mesi, per capire qualcosa di più.

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