Spreco alimentare: la distribuzione dice no

Ribassare o donare anzichè buttare: la GDO risponde alle esigenze del consumatore di oggi, che è disposto ad acquistare anche cibo “danneggiato” e prossimo alla scadenza
Spreco alimentare: la distribuzione dice no

Un terzo della produzione totale annua viene gettato nella spazzatura, ovvero 1,3 milioni di tonnellate di cibo: 53 milioni di tonnellate di carne, 286 milioni di tonnellate di cereali nei paesi industrializzati, 29 milioni di tonnellate di latticini solo in Europa mentre il 45% di frutta e verdura raccolta è cibo “imperfetto” (FAO, 2015). Nel settore della GDO, sta decisamente aumentando l’attenzione allo spreco alimentare e nei diversi Paesi si elaborano risposte alternative al problema:

Spreco-alimentare-Simply
Campagna Simply

ITALIA – In Italia, già diverse insegne – come Despar, Lidl, Carrefour – scontano, per esempio, i prodotti in scadenza (freschi e non) a fine giornata, per tentare di vendere piuttosto che gettare e per soddisfare il lato più sensibile allo spreco dei clienti.

FRANCIA – Le insegne francesi, grazie alla legge introdotta di recente contro il reato di “gaspillage alimentaire”, stanno iniziando a donare l’invenduto alle organizzazioni di Terzo Settore, che provvedono poi a smistarlo a chi ne ha bisogno.

Intrmarche Ugly Carrot
Campagna pubblicitaria Intermarché sulle “verdure mancate”

STATI UNITI – A Dorchester, Boston, è nato nel 2015 il Daily Table che vende prodotti prossimi alla scadenza, con imballaggi danneggiati o con difetti di produzione, ma egualmente sicuri, a prezzi ribassati del 30% o 50% rispetto alle altre insegne e per un target vario, dai meno abbienti agli attenti all’eccesso di consumo, indipendentemente dal reddito. Per i pdv californiani, Whole Foods sta volutamente acquistando frutta e verdura ammaccata, sbiadita, deforme da un rivenditore (Imperfect Produce) per rivenderla ai suoi clienti a prezzi vantaggiosi.

DONARE, NON PIU’ BUTTARE – Che la strategia sia “ribassare per tentare di vendere piuttosto che gettare”, “donare”, “vendere per smaltire”, “comprare per smaltire”, l’obiettivo è unico e nobile. L’atteggiamento dei consumatori nei confronti dei prodotti alimentari e del loro aspetto si sta trasformando: siamo davvero ormai disposti ad acquistare cibo “invendibile” e prossimo alla scadenza.

PIU’ ATTENZIONE ALLA SOSTANZA – Allo stesso modo, l’atteggiamento delle insegne nei confronti dei prodotti alimentari e del loro aspetto necessita una trasformazione: va forse messo in discussione il dogma del caricamento più elevato possibile di scaffali, vasche e frigoriferi e della perfezione della merce? Sono davvero ormai disposte le insegne a rischiare una rottura di stock per ridurre la quantità di scaduti e quindi lo spreco alimentare?

Intermarche – ‘Inglorious Fruits and Vegetables’ from Goodvertising on Vimeo.

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