Pomì, export 2012 a +17,2%

Pomì, export 2012 a +17,2%

Pomì, marchio storico delle conserve rosse, entrato in Consorzio Casalasco del Pomodoro dal 2007, ha chiuso il 2012 con un fatturato in crescita – +13,8% in Italia e +17,2% nell’export – relativo alla produzione di oltre 40mila tonnellate di prodotto finito a marchio, consolidando la sua posizione nei mercati italiano ed esteri nel settore del rosso, e con una prospettiva d’investimento e di sviluppo per i prossimi cinque anni.
 Trecento sono le aziende agricole che producono la materia prima per i 4 stabilimenti (600 addetti) che, nel cuore della food valley italiana, lavorano il pomodoro raccolto dai 4.500 ettari di terreno disponibili: l’impegno di perseguire un’attività produttiva basata sulla sostenibilità certificata ha contribuito al riposizionamento sul mercato nazionale.

In crescita anche l’export: Pomì è presente nella maggior parte dei Paesi europei: soprattutto in Austria (+15,2%) e Germania (+ 14,3%). Buone performance anche da Russia (+22%) e Libano (+8,3%).

Nonché da Pomì Usa, unica società importatrice e distributrice Usa di tutti i prodotti Pomì, che nel 2012 ha ottenuto un notevole incremento di vendite in netta contro tendenza rispetto al mercato statunitense che invece rivela una diminuzione del 6% per il settore del rosso.

“Esportare Pomì è stato fin da subito naturale, un’attività parallela alla produzione e agli investimenti italiani che ci rendono l’azienda credibile e certificata che siamo oggi – commenta Costantino Vaia, managing director del Consorzio casalasco del pomodoro e presidente Pomì Usa – Quando il nostro prodotto viene venduto per il commercio estero non è solo una semplice passata e un prodotto simbolo della qualità made in Italy. Le nostre ricerche dimostrano che Pomì è riconosciuto come un brand di prestigio, portavoce delle caratteristiche di sapore e tradizione culinaria dell’Italia. Per questo motivo nel quinquennio 2013-2017 l’obiettivo resta quello di incrementare il volume d’affari nei prodotti a marchio Pomì nel mondo. La crescita, attesa tra l’80 e il 90%, sarà supportata da adeguati investimenti per l’implementazione e lo sviluppo delle attività commerciali e di marketing a sostegno del vero made in Italy che l’azienda esprime”.

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