Osvald Zuegg, la scalata negli Usa continua

Ecco come l'azienda riuscirà a presidiare il mercato a stelle e strisce anche grazie al recente ingresso del brand in Walmart, catena sempre più attenta all'italianità del food
Osvald Zuegg, la scalata negli Usa continua

Dopo essersi confrontato con il mercato russo, dove attualmente ci sono evidenti motivi di sofferenza, il gruppo Zuegg ha spostato l’attenzione ad ovest, oltreoceano, verso gli Stati Uniti. Ovvero il mercato che dovrebbe rappresentare il futuro approdo della società fondata ben 125 anni fa in Alto Adige dall’ omonima famiglia. “Gli Stati Uniti sono un grandissimo mercato di consumo – spiega a Foodweb il presidente Oswald Zuegg – e strategicamente ritengo che la nostra società, attualmente di rilevanza europea, debba affrontarlo per garantire un futuro di crescita a se stessa. Abbiamo già una piccola presenza con la controllata Zuegg Usa ma l’intenzione è quella di consolidare la presenza con un sito produttivo in loco. Stiamo cercando un opportunità da acquisire, e abbiamo 4-5 opzioni sul tavolo, ma senza fretta, perché l’attuale instabilità geopolitica (si riferisce alle tensioni russo americane, ndr) ci consiglia di ponderare bene le scelte”.

Zuegg in realtà produce già un piccolo fatturato negli Usa: si tratta di 200mila euro: “Siamo entrati da qualche tempo in Walmart, dove siamo presenti in 700 punti vendita. Per noi si tratta di una sorta di cavallo di troia per approcciare il mercato testandolo a dovere. Per Walmart l’italianità dei nostri prodotti è un punto di forza, così come il gusto che la nostra frutta conferisce alle marmellate, ma una volta trovato posto a scaffale inizia la sfida vera, il sell out. Perché se non garantisci loro le giuste rotazioni non duri. In ogni modo gli Usa sono un mercato dove essere nei prossimi anni, possibilmente con una presenza produttiva diretta soprattutto per le produzioni di semilavorati per l’industria”.

Per quanto riguarda la Russia “la situazione è molto complessa e non possiamo far altro che attendere la conclusione del conflitto. Crediamo in quel mercato anche se vi sono difficoltà di approvvigionamento per noi che lavoriamo fino a 17mila tonnellate di frutta per l’industria e siamo il primo marchio di marmellate d’importazione. Peraltro questo è anche il primo anno di utile operativo per quelle attività, sulle quali abbiamo dovuto comunque operare una svalutazione in bilancio a causa del crollo del rublo”.

A proposito di conti, il 2014 si è chiuso con un fatturato di gruppo di 271 milioni, di cui 163 milioni derivanti dalle vendite di prodotti ai consumatori finali. Nel 2013 questa quota ammontava a 148 milioni.

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