Campari parte forte nel 2017 grazie anche a Grand Marnier

Nel primo trimestre fatturato in crescita a due cifre e boom di utili netti. Molto forte l'area americana, ritorno della Russia e debole l'Italia. Siglato un accordo Patent Box col fisco
Campari parte forte nel 2017 grazie anche a Grand Marnier

Risultati decisamente forti per Campari nel primo trimestre del 2017, in quello che è, peraltro, tradizionalmente il più debole per i ricavi della società milanese. Merito, molto, della crescita delle vendite nell’area americana e in quella dell’Europa centrale e settentrionale, oltre che dell’acquisizione di Grand Marnier che ha dato fin da subito un contributo sensibile a ricavi e marginalità. L’Italia, al contrario, delude ancora mentre la Russia rimbalza nonostante le incertezze socio economiche. Anche gli investitori hanno festeggiato l’arrivo di questa positiva trimestrale, con i titoli quotati in Borsa che sono stati anche sospesi al rialzo per chiudere in crescita del 4,4% – oltre i 5,8 euro di valore – nel giorno della loro ufficializzazione.

BALZO DI VENDITE NEL CONTINENTE AMERICANO

Nel dettaglio, il fatturato consolidato è salito del 15%, rispetto allo stesso periodo del 2016, a 367, 6 milioni di euro, di cui il 5,7% per crescita organica e il 6,6% grazie al conteggio, nel consolidato di bilancio, delle nuove acquisizioni, al netto delle cessioni e della perdita di alcuni contratti di distribuzione. Anche i cambi, nel loro complesso, hanno remato dalla parte giusta, influendo positivamente per il 2,7% ma questo effetto potrebbe perdersi nel resto dell’anno. Negli Stati Uniti, ormai il primo mercato, le vendite organiche sono salite del 7,5% grazie soprattutto al bourbon whisky Wild Turkey (+21,8%), Aperol (+74%) e Campari (+30%), con gli apertitivi italiani che confermano il momento positivo Oltreoceano. Trend positivi a doppia cifra anche per le vendite in Brasile e Giamaica, mentre è in calo l’Argentina che soffre per l’indebolimento della congiuntura economica. Contando anche le acquisizioni, l’area del continente americano fa segnare una variazione positiva del 31% quasi a quota 176,4 milioni di euro, confermando le attese, negli Usa, dell’impatto dell’entrata di Gran Marnier.

PERFORMANCE POSITIVE IN RUSSIA, ITALIA IN CALO

In Italia, al contrario, un altro trimestre sotto tono, con vendite in calo dell’1,4%, dove spicca solo la perfomance di Aperol (+10,4%) che si conferma il brand di punta di tutto il gruppo, con tassi di crescita ancora elevati anche sul mercato interno. In calo, al contrario, Campari e Campari Soda. Per il resto, l’Europa vede l’exploit della Russia, con una crescita dell’86% rispetto al primo trimestre 2016 che era stato decisamente basso per i noti problemi di sanzioni e crisi economica. Il favore va agli spumanti Mondoro e Cinzano, tradizionali punti di forza del gruppo a Mosca e dintorni. Bene anche il Regno Unito, in aumento del 22,2%, oltre che Austria e Belgio, mentre la Germania è in leggero calo. Anche le vendite organiche in Asia-Pacifico sono leggermente scese.

APEROL PROSEGUE NELLA CRESCITA INTERNAZIONALE

Questo trimestre, si diceva, è stato molto influenzato nelle performance dalle acquisizioni: il contributo di Grand Marnier è stato pari a 32,5 milioni di euro di maggiori vendite di gruppo, mentre le cessioni (vini cileni) e la perdita di contratti di distribuzione hanno pesato per oltre 10 milioni, per un saldo totale positivo di 21,7 milioni di euro. Più in generale, tra le maggiori etichette, la più performante a livello globale è stata Wild Turkey, seguita da Aperol che ha fatto segnare un +17,7% di crescita organica con ottime performance un po’ ovunque, sia nei mercati storici sia in quelli di nuovo approdo. Tra i brand regionali è la tequila Espolòn che guida i trend positivi, con un aumento delle vendite organiche di oltre il 75% (nel 2016 era stato il brand più performante di tutto il gruppo) che confermano l’ottimo momento di cui gode sia negli Stati Uniti sia nei mercati “nuovi” quali Australia, Russia ma anche Italia.

BOOM DI UTILI E ACCORDO COL FISCO PER PATENT BOX

Novità importanti anche nel rapporto con il fisco: Campari ha infatti annunciato di aver siglato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per il trattamento della tassazione secondo le norme del cosiddetto “Patent Box”, ovvero quell’insieme di agevolazioni fiscali di cui beneficiano gli asset cosiddetti “immateriali”, come i brevetti (in questo caso, probabilmente, le ricette) . L’accordo, spiega la società, riguarda il periodo d’imposta 2015-19: sul 2015 l’impatto positivo è di 12 milioni di euro, che salgono a 16 milioni nel 2016 e, presumbilmente ad un valore più alto nel 2017, dato che salirà ancora la quota di reddito esente da imposizione. Le quote di 2015 e 2016 saranno dedotte nel primo semestre 2017 nel quale è quindi presumibile aspettarsi una dinamica positiva degli utili (a livello consolidato le imposte 2016 sono state pari a 70,3 milioni di euro). Nel frattempo il margine operativo lordo (ebitda) è stato pari a 77,8 milioni di euro (+27,8%) e pari al 20,7% dei ricavi (era il 18,6% nel 2016) mentre l’utile netto ante imposte è di 53,6 milioni, in crescita del 56,7 per cento. Le spese per pubblicità e promozione sono cresciute del 14,5% a 66,5 milioni di euro. Gran Marnier, per cui è previsto un corposo piano di sviluppo di distribuzione, ha aggiunto oltre 10 milioni di euro all’ebitda consolidato. I debiti netti sono ora pari a 1,2 miliardi di euro dopo l’acquisizione del marchio di gin Bulldog, un prodotto già distribuito dalla società.

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