Coronavirus, l’assalto alla Gdo rallenta

Nella terza settimana di marzo continua il trend di crescita a valore (+5,4%), ma ci sono dei rallentamenti. Pesano le nuove procedure di ingresso e l’ascesa dei negozi di vicinato

Durante la settimana tra lunedì 16 marzo e domenica 22 marzo, le vendite della Grande distribuzione organizzata continuano a crescere. Dopo tre settimane con trend positivo a doppia cifra dovuto all’emergenza coronavirus e alla conseguente corsa all’acquisto nei supermercati, il trend delle vendite a valore rallenta, ma rimane positivo su base annua: +5,4% a parità di negozi rispetto allo stesso periodo del 2019.

A differenza della settimana precedente è stato il Nord Est a registrare gli incrementi più alti su base tendenziale: +8,9%, seguito subito dal Sud (+8,3%), dal Nord Ovest (+4,2%) e dal Centro (+2,3%).

SEGNALI DI ROTTURA

La seconda settimana di quarantena ufficiale fa registrare un rallentamento della crescita rispetto ai trend a doppia cifra delle ultime settimane – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia –. I dati confermano i primi segnali di ‘rottura’ rilevati in precedenza: da un lato causati dalle nuove procedure di ingresso nei negozi, che limitano l’afflusso per garantire le distanze di sicurezza, dall’altro la continua ascesa dei negozi di vicinato, che si trovano nei pressi delle abitazioni e permettono quindi di limitare il tragitto per la spesa. Sul rallentamento della crescita incidono anche le restrizioni governative che vietano la vendita di prodotti non essenziali: per esempio cancelleria ed elettronica di consumo.”

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I FORMAT: L’ASCESA DEI LIBERI SERVIZI

A livello di format distributivi, il trend maggiore si registra nei Liberi Servizi (+40,8%), nei Supemercati (+18,5%) e nei Discount (+6,7%). Si accentua invece il calo delle vendite di Specialisti Drug (-40%) e Ipermercati (-12,2%). Continua il calo dei format Cash & Carry, canale principale di approvvigionamento per la clientela professionale e operatori Ho.Re.Ca. (ospitalità, ristorazione), con un trend negativo del -52,4%, in linea con il calo della settimana scorsa.

E-COMMERCE: CRESCITA CONTINUA

Per quanto riguarda l’e-commerce, il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online è stato del +142,3%, in rialzo di 45 punti percentuali rispetto al trend della settimana precedente. In linea con la crescita esponenziale di questo canale dall’inizio dell’emergenza coronavirus.

LA CRONACA DELLA SETTIMANA

Le dinamiche di afflusso ai negozi sono rimaste le stesse della settimana precedente, con trend molto positivi durante i giorni lavorativi e un calo nel weekend. In particolare, il picco positivo si è registrato giovedì 19 e venerdì 20 (rispettivamente +25,9% e +25,1%). A livello di peso sulla settimana, per la prima volta il venerdì si posiziona al primo posto.

LE CATEGORIE

Le categorie di prodotti maggiormente impattate, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato, durante la settimana numero 12 del 2020 sono sempre legate ai tre effetti identificati da Nielsen:

  • Effetto stock: farina (+186,5%), uova di gallina (+53,7%), latte UHT (+34,1%), surgelati (+6,8%), conserve animali (+32,1%), burro (+79,7%), conserve rosse (+50,8%), pasta (+22,6%), riso (+37,9%) e caffè macinato (+21,5%);
  • Effetto prevenzione e salute: guanti +263,7%, carta igienica (+28,4%), detergenti superfici (+56,4%), carta casa (+46,4%), candeggina (+87,6%), sapone per le mani, liquido e solido (+73,8%), alcol denaturato (+116,4%), salviettine umidificate (+68,6%) e termometri (+45,9%);
  • Effetto ‘resto a casa’: da un lato crescono categorie che potrebbero essere considerate adatte a un aperitivo casereccio, pizza surgelata (+45,7%), vino (+12,4%), birre alcoliche (+11,3%), affettati (+28,1%), mozzarelle (+44,6%), wurstel (+44,2%), patatine (+25,7%), ma cresce anche quello che possiamo considerare “comfort food”, sempre in ordine, spalmabili dolci (+61,3%), gelati (+21,5%), wafer (+16,2%). Da segnalare anche l’aumento notevole delle vendite di camomilla (+76,3%). In calo anche molti segmenti del comparto make-up (-70%), profumeria (-63,6%) e cura viso (-41,1%).
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