Intesa San Paolo e Coldiretti insieme per cogliere le sfide del PNRR 

Si è tenuta a Venezia la seconda tappa del tour che racconta agli imprenditori del primo settore le opportunità e le risorse legate al PNRR. Al Triveneto il contributo sarà di 430 milioni di euro
Intesa San Paolo e Coldiretti insieme per cogliere le sfide del PNRR 

Intesa Sanpaolo e Coldiretti arrivano in Veneto per illustrare agli imprenditori agricoli l’accordo nazionale che prevede un fondo di 3 miliardi di euro, destinato al primo settore e utile a cogliere le opportunità legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le due realtà si sono unite in una collaborazione che permetterà un accesso più fluido al PNRR, favorendo così sostenibilità ambientale, imprenditoria giovanile e internazionalizzazione. 

“Questo accordo è un impegno reciproco nei confronti del patrimonio agroalimentare italiano. Nel cuore del Nord-est, nella regione dove si concentra una produzione lorda vendibile che supera i 6 miliardi di euro, scommettere sull’agricoltura è un’operazione strategica in quanto il settore primario è motore di sviluppo e innovazione continua – spiega Marina Montedoro, Direttore Coldiretti Veneto –. Il sostegno all’intraprendenza, soprattutto delle nuove generazioni dei campi, è determinante in un’area dell’Italia che dà spinta a tutto il ‘sistema Paese’. L’Italia, in questo senso, deve ancora colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti e il PNRR è fondamentale per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale, un volano per le imprese orientate sempre più ad uno sviluppo ecosostenibile”.

Presente all’evento anche Massimiliano Cattozzi, Responsabile direzione Agribusiness, che oltre a ricordare gli obiettivi dell’accordo e le opportunità profuse con incontri sul territorio, ribadisce il ruolo strategico dell’agroalimentare del Nord-est: “Il mondo dell’agroalimentare nel Triveneto si fonda sulla ricerca di qualità, su prodotti di eccellenza e su un sistema imprenditoriale strutturato capace di fare export e con lo sguardo rivolto al futuro e all’innovazione. Elementi chiave che vogliamo valorizzare per consentire a queste imprese di cogliere le opportunità del PNRR, per intraprendere una transizione sia green sia digitale che consenta loro di crescere e continuare a competere sul mercato”. 

LE POTENZIALITÀ DEL TERRITORIO

Nel Triveneto si concentra il 15% del valore aggiunto italiano del settore agricolo: le tre regioni – Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli-Venezia Giulia – totalizzano infatti oltre 5 miliardi di euro a valore. Gli occupati nel primo settore sono quasi 120 mila e contribuiscono ogni giorno a traguardare importanti risultati: in Veneto si concentra infatti oltre il 40% dell’allevamento di avicoli nazionale, oltre il 15% dei bovini e il 10% circa dei suini, mentre in Trentino-Alto Adige sono presenti oltre la metà ettari destinati alla coltivazione di mele in Italia.

Il Veneto è la prima regione italiana per numero di certificazioni d’origine: con 95 tra Dop e Igp, di cui 39 Cibi e 53 Vini, rappresenta la prima regione per impatto economico, con 3,7 miliardi di euro a valore delle produzioni Ig nel 2021. Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia si posizionano rispettivamente al 6°e 7° posto con 950 e 930 milioni di euro a valore. 

LE OPPORTUNITÀ SUL TAVOLO 

Le aree oggetto d’interesse contengono le varie iniziative proposte dal PNRR a sostegno dell’agribusiness italiano, iniziative avanzate dai vari Ministeri di competenza, come MIPAAF, MITE, MISE, MIBAC e Ministero del Turismo. Sono inoltre oggetto d’attenzione i bandi relativi ai ‘Parchi agrisolari’ – che prevedono l’installazione di pannelli solari diffusi, senza consumo di suolo – e all’‘Innovazione e meccanizzazione’ – che prevede l’incremento della sostenibilità produttiva e della sicurezza alimentare, l’introduzione di tecniche di agricoltura e fertilizzazione di precisione, l’aumento della produttività e competitività delle filiere –, oltre che gli interventi per una migliore gestione delle risorse idriche, per lo sviluppo della logistica e della capacità di stoccaggio e per i contratti di filiera. 

IL RUOLO DI INTESA 

Intesa Sanpaolo, nel merito dei contratti di filiera, ha aderito alla convenzione MIPAAF-CDP relativa alla concessione di finanziamenti per la promozione dei Contratti di Filiera – V Bando e potrà quindi esercitare sia in veste di banca finanziatrice, per le singole controparti beneficiarie, sia in veste di banca autorizzata referente nei confronti del MIPAAF, per l’intero contratto di Filiera. Altro compito di Intesa Sanpaolo sarà quello di individuare le migliori soluzioni per facilitare l’accesso alle iniziative di sostegno pubblico. Laddove il contributo pubblico non dovesse coprire l’intero ammontare dell’investimento, la banca potrà affiancare le imprese con finanziamenti la cui durata potrà arrivare fino a 30 anni ed importo fino al 100% della spesa, anche con garanzia sussidiaria ISMEA e Green di Sace.

Inoltre, Intesa Sanpaolo mette a disposizione delle imprese di capitale associate anche i finanziamenti S-Loan Agribusiness, per tutelare le aziende dai rischi derivati dal cambiamento climatico e promuovere modelli di business sostenibili. Infine, per incentivare il passaggio generazionale, Intesa Sanpaolo mette a disposizione una serie di soluzioni dedicate, in coerenza con le azioni di sostegno previste dal PNRR. Completa il quadro la valorizzazione delle filiere produttive attraverso il Programma Sviluppo Filiere, che ha come obiettivo il supporto e la valorizzazione delle micro e piccole imprese.Con i sostegni citati, Intesa Sanpaolo ha attivato, ad oggi, 170 contratti di filiera che coinvolgono oltre 6.500 fornitori, oltre 22.000 dipendenti del capofiliera, per un volume d’affari complessivo di 22 miliardi di euro.

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