
Il 29 settembre 2025 si celebra la sesta Giornata Internazionale di Sensibilizzazione sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, istituita dalle Nazioni Unite nel 2019. Una ricorrenza che richiama l’urgenza di contrastare lo spreco lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola, in linea con l’obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030, che chiede di dimezzare lo spreco alimentare globale entro il 2030.
“Banco Alimentare dal 1989 trasforma lo spreco in risorsa – spiega Donato Didonè, Direttore Generale della Fondazione Banco Alimentare Ets – recuperando a scopo sociale le eccedenze di produzione lungo tutta la filiera agroalimentare. Solo negli ultimi 10 anni la Rete BA ha recuperato oltre 400.000.000 di kg di cibo buono, per ridistribuirlo a milioni di persone in difficoltà attraverso le organizzazioni territoriali nostre partner.”
IL RUOLO STRATEGICO DI BANCO ALIMENTARE
Secondo i dati Fao, nel 2024 oltre 2,3 miliardi di persone nel mondo hanno sofferto di insicurezza alimentare moderata o grave. Al tempo stesso, un terzo del cibo prodotto a livello globale viene sprecato. E anche in Italia la situazione si è aggravata, le famiglie in difficoltà crescono, l’Istat certifica, il 9,7% della popolazione in povertà assoluta. “La contraddizione è evidente – sottolinea Didonè –: produciamo abbastanza cibo per tutti, eppure molti non hanno accesso a un’alimentazione adeguata. Recuperare le eccedenze significa ridurre lo spreco, combattere la povertà alimentare e avere un impatto ambientale positivo. Oggi siamo al fianco di oltre 7.600 organizzazioni partner territoriali, che raggiungono oltre 1.750.000 persone bisognose in Italia”.
L’IMPATTO DELLA GDO
La grande distribuzione organizzata resta il comparto col maggiore potenziale di recupero. Nel solo ultimo anno, Banco Alimentare ha registrato un incremento dell’11% del recupero da questo settore, quadruplicando i quantitativi di cibo salvato dallo spreco in dieci anni: da 4.500 tonnellate nel 2015 a quasi 18.000 nel 2025.
“La Gdo sta dando un segnale importante: sempre più punti vendita, oltre 2.300 oggi in Italia, sono parte attiva di questa catena di solidarietà, dove – commenta Didonè – grazie all’impegno quotidiano di migliaia di persone, tonnellate di cibo prezioso arrivano sulle tavole di tante famiglie in difficoltà”.
LA NORMATIVA ITALIANA
Di recente il Parlamento Europeo ha adottato la revisione della direttiva quadro sui rifiuti, introducendo target vincolanti per la riduzione dei rifiuti alimentari entro il 2030. “Questa direttiva – osserva Didonè – è un passo decisivo: facilitare la donazione delle eccedenze è la strada più efficace per ridurre i rifiuti alimentari e generare valore sociale e ambientale.” Grazie alla Legge 166/2016 (Legge Gadda), il nostro Paese si distingue in Europa per le buone pratiche nella lotta allo spreco. Molti Comuni, ad esempio, incentivano le donazioni con riduzioni della parte variabile della Tari.
“L’Italia ha saputo creare un quadro normativo favorevole – conclude Didonè –. Ma la sfida resta educativa: serve l’impegno di tutti, cittadini, imprese e istituzioni. Perché quando il cibo viene sprecato non perdiamo solo l’alimento, ma anche le risorse necessarie a produrlo e la possibilità di aiutare chi è in difficoltà”.