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Grano duro: Coldiretti porta in piazza 20mila agricoltori

Le manifestazioni si sono svolte in tutta Italia, da Bari a Palermo, da Cagliari a Rovigo e Firenze. I vertici dell’organizzazione hanno espresso soddisfazione per l’impegno del ministro Lollobrigida
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Dopo la mobilitazione che ha portato 20mila agricoltori in piazza da Nord a Sud per difendere il reddito delle imprese agricole italiane, Coldiretti esprime soddisfazione per l’impegno assunto dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida sui temi al centro della protesta. Il ministro questa mattina aveva accolto la richiesta di incontro da parte di Coldiretti, che è poi avvenuto a Palazzo Chigi. Il ministro si è collegato in diretta con le piazze della protesta confermando ai 20mila agricoltori l’intenzione di accogliere il documento di proposte di Coldiretti. 

GLI IMPEGNI DEL GOVERNO

Positivo l’annuncio del ministro sulla pubblicazione che sarà fatta lunedì dei costi medi di produzione Ismea, per il Sud e per il centro Nord. Uno strumento essenziale per dare certezze, rafforzare i controlli e applicare in modo pieno la legge contro le pratiche sleali. Ma Coldiretti sottolinea che i costi di produzione non possono essere il prezzo: serve garantire un margine adeguato all’agricoltore, perché produrre sotto costo come sta avvenendo ora mette a rischio il futuro delle aziende e del made in Italy.

Bene anche l’impegno a istituire la Commissione Unica Nazionale (CUN) sul grano duro, richiesta di Coldiretti per superare le borse merci locali, fermare le speculazioni e costruire un meccanismo trasparente e partecipato di formazione del prezzo. Ma ora bisogna fare presto, perchè tempo dell’attesa è finito. Coldiretti accoglie, inoltre, con favore l’annuncio di 40 milioni da destinare ai contratti di filiera, che rappresentano oggi lo strumento più concreto per dare stabilità e reddito agli agricoltori, coinvolgendo anche il mondo dei pastai in un impegno condiviso per la qualità e la trasparenza.


UNA PROTESTA NAZIONALE

La voce dei 20mila agricoltori Coldiretti scesi in piazza ha attraversato l’Italia, da Bari a Palermo, da Cagliari a Rovigo fino a Firenze. Slogan come “Basta ai trafficanti di grano”, “Non svendiamo il grano italiano”, “Giù i prezzi, giù l’agricoltura”, “Senza agricoltori non c’è cibo” hanno risuonato in tutte le manifestazioni.

La mobilitazione ha rilanciato con forza anche gli altri punti del documento Coldiretti condiviso dal ministro, a partire dalla richiesta di bloccare le importazioni sleali, a tutela della salute e della qualità. Secondo l’organizzazione, è inaccettabile che il nostro grano coltivato con regole severe debba competere con prodotto trattato con glifosate o altri fitosanitari vietati in Ue, come quelli provenienti da Canada, Turchia o Russia.
Altro tema centrale è quello della reciprocità delle regole: i prodotti che entrano nel mercato europeo devono rispettare gli stessi standard ambientali, sanitari e sociali che valgono per i nostri agricoltori.

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