
Una delegazione della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (AGRI) del Parlamento europeo, guidata dalla Presidente Veronika Vrecionová (nella foto), ha visitato nei giorni scorsi un caseificio di Parmigiano Reggiano a Reggio Emilia. L’incontro, promosso dagli eurodeputati Stefano Bonaccini e Dario Nardella, ha messo al centro le sfide e le opportunità per il comparto, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra istituzioni comunitarie e produttori.
Il Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, ha accolto la delegazione sottolineando la necessità di una piena attuazione della Riforma delle Indicazioni Geografiche 2024, che ha rafforzato consorzi e strumenti di tutela. L’auspicio è che il GI Action Plan della Commissione UE, previsto per il 2026, acceleri questo processo.
L’attenzione si è concentrata anche sullo scenario internazionale, in particolare sulla disputa tariffaria Usa-UE. Il Consorzio ha ribadito la propria posizione sui dazi statunitensi, che restano al 15%, e ha evidenziato l’importanza degli accordi bilaterali (FTA – Free Trade Agreements) per proteggere le indicazioni geografiche. Sono stati espressi giudizi positivi sugli accordi con Giappone, Messico e Mercosur, con l’auspicio di una rapida ripresa dei negoziati con l’Australia.
UN MODELLO DI AGRICOLTURA SOSTENIBILE
Durante l’incontro è emersa la richiesta di una nuova visione europea per la Politica agricola comune, che mantenga un approccio equilibrato e superi gli estremismi su temi ambientali e di etichettatura nutrizionale come il Nutriscore. Il Parmigiano Reggiano è stato ancora una volta proposto come un modello di eccellenza basato su qualità, sostenibilità e legame con il territorio.
La filiera del Parmigiano Reggiano coinvolge oltre 2.100 allevatori, 291 caseifici e 50.000 persone. Nel 2024, la produzione ha superato i quattromilioni di forme, generando un giro d’affari di 1,77 miliardi di euro alla produzione e 3,2 miliardi al consumo. L’export rappresenta quasi il 50% del giro d’affari totale, a conferma del ruolo del “re dei formaggi” come ambasciatore del Made in Italy nel mondo.