Illustrazione divertente: cibo che corre verso la cassa. Bozza automatica.

Cover story – Il food che funziona

Il picco inflativo è alle spalle, ma il prezzo resta decisivo nel decretare le categorie che rilasciano i migliori risultati, buone le performance del segmento salutistico, pronto a un vero salto di qualità. Alto potenziale anche per i cibi che abbinano comodità e servizio
Illustrazione divertente: cibo che corre verso la cassa. Bozza automatica.

Per il largo consumo il 2025 promette di essere un anno di svolta: dopo la forte fiammata inflazionistica che ha segnato il biennio 2022-2023, lasciando pesanti strascichi anche durante il 2024, la corsa al rialzo dei prezzi sembra essersi allentata. Il comparto, insomma, ha preso fiato. Lo attestano i dati rilevati da NielsenIQ e aggiornati al mese di settembre, che stimano una crescita complessiva a valore del +2,7%, ben più moderata quindi rispetto ai numeri registrati nel recente passato, ma soprattutto rilevano un incremento del +1,1% a volume. Un’inversione di rotta molto attesa, che rappresenta la cartina al tornasole di un progressivo ritorno a un più sano equilibrio del mercato.

“L’accelerazione messa a segno nei primi 9 mesi dell’anno unita a quella già incassata durante il 2024, – afferma Sergio Grasso, Account development Fmcg sales NIQha permesso di recuperare il gap perso a volume nei due anni precedenti”. Una buona notizia, insomma, che trova solide basi soprattutto nella ripesa del settore alimentare. “Se il beverage fatica ancora – conferma Grasso –, il food tira la volata, facendo registrare solide performance tanto a valore quanto a volume”.

Che diventano particolarmente significative se si guarda all’ampio e variegato mondo del fresco, capace di accelerare di un robusto +2,6% in quantità, a fronte di un incremento del +5,6% dei fatturati. È qui, infatti, che conviene concentrare l’attenzione se si vogliono intercettare le best practice di cui prendere nota. Ovvero, se si vogliono individuare categorie, segmenti e nicchie protagonisti dei migliori tassi di crescita.

LA FELICE STAGIONE DEL DAIRY

Sotto la lente vanno, in particolare, messi i top performer che fanno capo alla componente fresca del dairy. A questo perimetro si devono, infatti, ricondurre ben 5 delle 12 categorie che hanno rilasciato i riscontri più brillanti tra gennaio e settembre 2025. Un nutrito manipolo, quindi, all’interno del quale vanno innanzitutto segnalate le ricette più tradizionali, che confermano la propria capacità di intercettare una domanda sempre vivace.

Prova ne siano i risultati messi a segno dai freschi industriali, ovvero dal segmento dei formaggi spalmabili che, spinti da un aumento del +8,6%, hanno superato i 345 milioni di euro di scontrini, mettendo a segno un risultato sostenuto anche da un positivo +6,4% a volume. E prova ne siano anche i riscontri rilasciati dalla voce ‘altri freschi tradizionali’, cappello sotto il quale vanno ricondotte specialità quali robiola, tomini e primo sale, capaci di generare quasi 188 milioni di euro di giro d’affari, complice una accelerazione del +12,2% cui si accompagna un robusto +13,7% sul fronte delle quantità. Ma è soprattutto lo yogurt a regalare le migliori soddisfazioni. E questo grazie in particolare alle varianti che assecondano i trend più moderni.

“Lo yogurt greco – conferma Grasso – ha saputo generare oltre 400 milioni di euro di vendite in 9 mesi, grazie a un balzo del +23,3% a valore, accompagnato da un vero e proprio exploit a volume: +24,7 per cento. Il tutto in presenza di una pressione promozionale che, complice un calo del -2,3%, non supera il 21,7 per cento. Un dato, quest’ultimo, non banale, perché racconta che il prodotto è cercato dal consumatore, indipendentemente dalle occasioni legate alla convenienza”.


L’illustrazione in copertina è opera di Alessandro Venterella

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