Vittorio Cino a IDM-GDO Centromarca. Incontri industria e distribuzione, focus sul mercato e consumatori.

Centromarca: più di 6 imprese su 10 manterranno invariati gli investimenti nel 2026

Secondo l’Osservatorio congiunturale dell’associazione il 30,8% ha pianificato di aumentarli, mentre solo il 6,8% prevede una riduzione
Vittorio Cino a IDM-GDO Centromarca. Incontri industria e distribuzione, focus sul mercato e consumatori.

“Le industrie di marca mostrano una solida resilienza rispetto alla propensione agli investimenti. E questo nonostante un contesto di elevata incertezza, determinata da tensioni geopolitiche e forte pressione sui conti economici, unitamente all’effetto dell’elevata volatilità dei prezzi delle materie prime, dell’alto costo di energia e trasporti e dell’inflazione di origine esogena”. Va diritta al punto Laura Cavalli, Responsabile dell’Ufficio Studi Centromarca, nel commentare le rilevazioni sulle tendenze d’investimento delle industrie associate, raccolte attraverso l’edizione autunnale del suo Osservatorio Congiunturale, redatto in collaborazione con Ref Ricerche.

STRUMENTI, ADV E AI: LE VOCI DEGLI INVESTIMENTI

Il monitoraggio scatta una fotografia positiva: nel 2025 il 36,8% delle aziende associate ha aumentato gli impieghi rispetto agli anni precedenti, il 52,1% li ha mantenuti allo stesso livello, l’11,1% li ha ridotti. A beneficiare di questa postura – dice ancora l’Osservatorio Congiunturale di Cm – sono soprattutto cinque voci: impianti, macchinari, veicoli (71,8% del campione); pubblicità (69,2%); software (54,7%); retail media (31,6%); intelligenza artificiale e big data (26,5%). Un segnale, quest’ultimo, non di poco conto perché indica una forte attenzione verso un tema rispetto al quale, però, le imprese non sempre sembrano avere già le idee chiare.

“Va considerato – spiega Gregorio De Felice, Head of Research e Chief Economist Intesa Sanpaolol’effetto ‘Fomo’, acronimo per ‘Fear of missing out’, che può spingere l’industria a fare investimenti in AI per la paura di essere tagliati fuori dalla corsa tecnologica e non sulla spinta di una solida strategia”.

IDM, INVESTIRE RESTA UNA PRIORITÀ

Ma soprattutto il sondaggio consegna una indicazione prospettica incoraggiante per il 2026: il 62,4% delle industrie associate a Centromarca afferma, infatti, di volere mantenere gli investimenti invariati rispetto al 2025; il 30,8% ha pianificato di aumentarli. Solo il 6,8% prevede una riduzione.

“La nostra capacità di innovare ed evolvere in sintonia con le esigenze del consumatore sostiene l’attrattività delle categorie di prodotto in una fase di ridotto potere d’acquisto delle famiglie – commenta Vittorio Cino (nella foto), Direttore generale Centromarca, che aggiunge –. In virtù del nostro ruolo trainante nella filiera in queste settimane abbiamo sottoposto al Governo proposte di policy che consideriamo fondamentali per la crescita, insieme alla richiesta di un piano di sviluppo pluriennale specifico per il settore del largo consumo”.

Tra le priorità indicate dall’Associazione: interventi per l’espansione dimensionale delle imprese e l’accesso a strumenti finanziari più efficaci, promuovendo aggregazioni e investimenti strategici; incentivi fiscali per impieghi in ricerca/innovazione/transizione digitale e detassazione degli utili reinvestiti in attività coerenti con gli obiettivi comuni; dematerializzazione dei documenti di trasporto attraverso l’EDI (Electronic Data Interchange); contrasto alle pratiche commerciali sleali, e alla contraffazione nel largo consumo.

Le 193 industrie, alimentari e non food, aderenti a Centromarca commercializzano oltre 2.600 marchi tra i più noti e apprezzati dalle famiglie italiane, sviluppando un giro d’affari di 69 miliardi di euro. Contribuiscono a generare 87,2 miliardi di valore condiviso nella filiera del largo consumo confezionato (pari al 4,2% del prodotto interno lordo) e una contribuzione fiscale di filiera di 28,7 miliardi di euro, che corrisponde al 5% delle entrate tributarie.

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