Rapporto Coop 2014: italiani pazzi per cucina e web

Gli acquisti sono ancora in calo, ma per il 2015 s'iniziano a intravedere i primi segnali di ripresa. Il food resta uno dei best driver insieme alla tecnologia
Rapporto Coop 2014: italiani pazzi per cucina e web

Dopo due anni difficili  per l’economia italiana, gli indicatori mostrano un rallentamento della caduta, anche se non si puo’ certo parlare di ripresa. Ma a voler stilare una classifica delle tendenze di consumo emergenti e che vale la pena di tenere sotto la lente in attesa di tempi migliori, il Rapporto Coop 2014 rileva l’interesse ‘maniacale’ dei connazionali per  cucina e tecnologia. Sono questi i soli comparti che non decrescono in un mare di segni meno. Il cibo è in testa ai nuovi interessi degli italiani (ma solo nelle sue varianti salutistico, etico, etnico, finanche vegano) ed è l’argomento preferito di discussione: sul cibo non si litiga. E d’altronde il made in Italy è sempre più alimentare. All’acquisto di alimenti e bevande gli italiani destinano oltre il 18% della spesa per consumi, quasi il 4% in più della media europea: più pane e pasta, più carne (anche se meno di Francia e Spagna) e più pesce (ma meno di Spagna e Portogallo). Fatta salva comunque una contrazione della spesa alimentare che dura da 13 trimestri consecutivi, gli italiani amano il cibo, ne sono ambasciatori e magari selezionano i prodotti ma mantengono alta l’attenzione sulla qualità. Oltre al bio-boom (il giro d’affari solo nella gdo nel 2014 supererà i 700 milioni di euro), è come se le rinunce alimentari fossero diventate trend: il 7,1% degli italiani si dichiara vegetariano o vegano, l’attenzione alla digeribilità dei cibi, al netto delle vere e proprie intolleranze, genera un +18% del fatturato della gdo per prodotti speciali come i senza glutine o gli alternativi al grano. Nella top ten dei prodotti più venduti nel 2014 rispetto al 2013 occupano il primo posto infatti i prodotti senza glutine (la variazione è del 32,1%) e al terzo campeggiano le bevande alla soia (20,1%). Se poi si osservano i carrelli della spesa (raggruppamenti di prodotti con caratteristiche funzionali omogenee), ci si accorge che gli italiani amano sempre più mangiare etnico (+10% solo nell’ultimo anno), ritornano ai piatti pronti dopo un biennio di rallentamento (+3,2%), il lusso non demorde evidentemente grazie a alcune fasce sociali (+2,1%), mentre rimangono al palo sia il carrello lcc (largo consumo confezionato ovvero beni alimentari e altri beni di uso comune di largo e generale consumo) che quello basic. Un occhio al portafoglio e uno alla coscienza: 2 italiani su 3 conoscono e apprezzano i prodotti etici; i nuovi responsabili degli acquisti delle famiglie italiane si dimostrano anche rispetto ai colleghi europei molto più attenti agli obiettivi di trasparenza lungo l’intera catena produttiva tanto che per il 33% degli italiani, il doppio rispetto alla media europea, l’origine è più importante del prezzo e della marca nella scelta dei prodotti alimentari. E’ però altrettanto vero che 4 su 10 non possono permettersi di acquistare prodotti etici in virtù del prezzo giudicato troppo elevato (38%) o perché poco facilmente reperibili (37%). Tanto innamorati del cibo quanto della tecnologia specie se mobile. E’ mobile il dispositivo con il quale gli italiani si collegano a internet: 60 milioni i device mobili connessi in Italia, di cui 12,3 milioni i nuovi acquisti nel 2013 e il 46% degli italiani utilizza internet in mobilità per una media di 2 ore al giorno.Con questi dispositivi si fa tutto ed è come se lo smarthpone grazie alla sua versatilità avesse inghiottito molti comparti tradizionali di consumo, non a caso in calo: con lo smarthphone si controlla la posta e si va su facebook, si naviga su internet ma anche sulla strada, si ascolta musica, si condividono video e foto, si chatta con gli amici, si vedono tv e film, ci si aggiorna sulle notizie, ci si diverte e si fa anche la spesa. 4 milioni sono i possessori che dichiarano di averlo utilizzato per fare acquisti negli ultimi tre mesi. Del resto, gli italiani che stanno in totale 4 ore e 40 minuti al giorno agganciati alla rete qualcosa devono pure fare e l’e-commerce che è cresciuto del 20,4% solo nell’ultimo anno, con punte che superano il 40% per abbigliamento e calzature, è una soluzione che mette d’accordo sempre più italiani. Le previsioni parlano di un raddoppio delle vendite on line nei prossimi quattro anni; un dinamismo che impressiona se paragonato alla staticità degli acquisti ‘real’.   E’ Internet la nuova piazza della spesa che sottrae terreno ai negozi fisici, anche ai supermercati e ai discount.

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