Differenze inventariali: 96 miliardi di euro in fumo

Vini e superalcolici, carne fresca, formaggi sono i prodotti più rubati nel settore alimentare
Differenze inventariali: 96 miliardi di euro in fumo

Oltre 96 miliardi di euro a livello globale andati in fumo a causa delle differenze inventariali. È questo quanto emerge dall’edizione 2014 del “Barometro Mondiale dei furti nel retail”, promosso da un fondo indipendente di Checkpoint Systems e condotto da The Smart Cube, in collaborazione con l’analista Ernie Deyle. Le perdite nella distribuzione includono i furti commessi dai clienti, dalla criminalità organizzata, dai dipendenti, le frodi dei fornitori e gli errori amministrativi e hanno rappresentato mediamente l’1,29% delle vendite totali.

Lo studio ha interessato 24 paesi nel mondo e 222 operatori del settore, che nel complesso hanno generato 560 miliardi di euro di vendite nel 2013. Analizzando i dati emersi dal Barometro 2014, le differenze inventariali risultanto in lieve calo quasi ovunque. Una tendenza positiva che è da attribuire da un lato alla maggiore attenzione verso i metodi di prevenzione delle perdite e dall’altro alle prospettive economiche leggermente migliorate, specialmente nel Nord America.

Anche in Italia il trend è in diminuzione: le perdite si sono infatti attestate all’1,09% delle vendite, mentre lo scorso anno erano l’1,3%, per un valore totale di 3,1 miliardi di euro e una maggiore spesa di circa 94 euro a persona. “Questa tendenza è dovuta anche alla crescita degli investimenti in prevenzione delle perdite, che a livello italiano sono arrivati a toccare 2,5 miliardi di euro – spiega Alberto Corradini, responsabile commerciale Italia di Checkpoint Systems -. Un numero che classifica l’Italia come uno dei paesi più virtuosi nel mondo per rapporto tra investimenti e valore delle perdite”.

Lo studio evidenzia inoltre come nel nostro Paese oltre il 75% degli ammanchi siano da attribuire ai furti: il 53,4% compiuti dai clienti (in aumento rispetto al 49% dello scorso anno), mentre 22% dai dipendenti. Seguono poi gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi da parte dei fornitori (8,3%).

Per quanto riguarda infine i prodotti più rubati si segnalano in particolar modo: vini e superalcolici, carne fresca, formaggi e prodotti freschi per il segmento alimentare; giubbotti di pelle, calzature e accessori moda per il settore abbigliamento; prodotti per il trucco, creme per il viso e lamette nel comparto health&beauty.

 

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