Food 2.0, arriva il formaggio dei biohacker

Lievito di birra al posto del latte, oppure proteine umane. Negli Usa l’ultima frontiera del cibo artificiale si chiama Real Vegan Cheese
Food 2.0, arriva il formaggio dei biohacker

Dopo la carne senza carne di Beyond Meat e la maionese senza uova di Hampton Creek, dagli Stati Uniti arriva un’altra innovazione che rientra a pieno titolo nel cosiddetto food 2.0. E che, come negli altri casi, è destinata a far parlare di sé, incontrando giudizi tra loro contrastanti. Si tratta del formaggio vaccino prodotto senza utilizzare latte di mucca, realizzato dal laboratorio Counter Culture Labs di Oakland, con il nome di Real Vegan Cheese. Gli inventori hanno copiato la sequenza genetica delle proteine del latte, sintetizzandole poi nel lievito di birra, combinato con acqua, zucchero e olio vegetale. L’intero procedimento, dunque, non coinvolge gli animali, né ricorre all’impiego di ogm, intesi nel senso più tradizionale. Al vaglio degli scienziati, c’è inoltre la possibilità di ricorrere al dna di origine umana, anziché bovina, per produrre latticini adatti ai soggetti intolleranti al lattosio, grazie alla maggiore compatibilità con l’apparato digerente. Un’operazione solo apparentemente complessa e persino poco onerosa, visto che le spese per il sequenziamento del genoma umano sono scesi ad appena qualche migliaia di euro. Resta ovviamente elevato, invece, il costo della ricerca in questo settore e, non a caso, i promotori hanno avviato tra l’altro una campagna di crowdfunding sul web, finora però non particolarmente redditizia. E’ andata molto meglio infatti a Muufri, start up di San Francisco che ha appena ottenuto un finanziamento di due milioni di dollari per sviluppare un progetto in parte simile a questo. I biohacker del Counter Culture Labs tuttavia non demordono e anzi annunciano di essere disponibili, terminata la fase di sperimentazione, a cedere gratuitamente i brevetti, così da favorirne l’impiego su larga scala. Il loro obiettivo, d’altronde, è quello di ridurre la dipendenza dal latte e dall’allevamento bovino, contribuendo così ad abbattere le emissioni nocive e fermare la deforestazione. Un proposito senz’altro lodevole, ma non certo sufficiente a dissolvere le inevitabili perplessità sul cibo artificiale. Non a caso, al momento sono proprio le associazioni dei vegani americani a mostrarsi meno convinte del formaggio da laboratorio.

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