Pepsi, niente più aspartame nella sua bibita diet

Cresce l'avversione degli americani verso il famoso dolcificante e la multinazionale decide di eliminarlo dalla sua bevanda light più famosa, per digitalizzare le vendite
Pepsi, niente più aspartame nella sua bibita diet

Nella Diet Pepsi, la famosa bevanda analcolica della multinazionale americana Pepsico, non ci sarà più l’aspartame come dolcificante. Lo ha deciso la società specificando che sarà sostituito dal sucralosio, conosciuto anche con il nome commerciale di Splenda. La decisione riaccende l’ annoso dibattito sull’aspartame, il dolcificante di sintesi più utilizzato al mondo per le bevande light, che negli Stati Uniti vive un momento di particolare diffidenza nonostante i molti studi che ne comprovano la sicurezza. Ma il mercato risponde negativamente a questo ingrediente, come ha fatto notare anche la prima della classe Coca-Cola, che ha parlato di un calo delle vendite di Diet Coke negli Stati Uniti del 5% nei primi tre mesi del 2015. La multinazionale di Atlanta ha comunque riferito che non sostituirà il dolcificante con altri prodotti, sulla falsariga di quanto si appresta a fare Pepsico, che per bocca del suo vicepresidente Seth Kaufman, ha detto che “l’aspartame è la prima ragione del calo delle vendite di bibite gassate dietetiche”, senza però specificare quale sia stato il trend del proprio prodotto negli ultimi periodi. Quel che si sa, è che il calo di vendite delle bevande gassate light ha preso consistenza negli ultimi due anni.

La modifica della composizione per il momento riguarderà solo la Diet Pepsi nelle sue varianti e sarà in vendita solo negli Stati Uniti, ma non è escluso che possa arrivare anche su altri mercati qualora le evidenze siano favorevoli. Una decina di anni fa, riferisce l’agenzia di stampa Ap, la Coca-Cola ha immesso sul mercato una Diet Coke con il sucralosio ma senza grande successo. Il momento, però, adesso potrebbe essere diverso.
Nel frattempo Pepsico ha riportato i risultati del primo trimestre del 2015, chiusi con una crescita organica di fatturato (a parità di attività e cambi costanti) del 4,4 per cento. I ricavi in realtà sono scesi del 3% a causa del rafforzamento del dollaro su molte valute, tra cui l’euro, che ha impattato fortemente sui conti. La divisione Europa è stata la peggiore tra quelle che compongono il gruppo, con un calo di volumi venduti del 5% nelle bevande e dell’1% negli snack, anche se a livello di crescita organica dei ricavi la situazione è positiva con un +2 per cento perché la società è riuscita ad aumentare i prezzi di vendita più che proporzionalmente. La divisione europea ha fatturato nel primo trimestre dell’anno in corso 1,48 miliardi di dollari (1,35 miliardi di euro circa) in calo del 25% sullo stesso periodo dell’anno, ma i dati non sono comparabili perché lo scorso esercizio sono state cedute le attività nell’agroindustria in Russia, a seguito del conflitto russo-ucraino. A livello consolidato la società ha riportato un fatturato pari a 12,22 miliardi di dollari (-3% come si è detto sopra), con utili netti pari a 1,22 miliardi.
Da ricordare, infine, che Pepsico ha inserito anche in Italia le sue patatine a marchio Lay grazie a un accordo di distribuzione con la Ferrero che ha scatenato le proteste dei molti player già sul mercato, in primis Alfredo Moratti di Amica Chips.

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