Parmalat: risultati in crescita grazie ai paesi emergenti

Sono le aree America Latina e Africa quelle che guidano lo sviluppo delle attività di Collecchio, grazie anche alle acquisizioni in Brasile e Messico
Parmalat: risultati in crescita grazie ai paesi emergenti

Non è semplice decifrare i risultati dei primi nove mesi del 2015 di Parmalat, chiusi con un fatturato consolidato di 4,74 miliardi di euro, in crescita del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2014. La performance comprende in realtà l’effetto delle acquisizioni fresche di entrata nel consolidato, senza le quali (e senza gli effetti dell’iperinflazione in Venezuela) la crescita sarebbe stata del 7,1% a cambi costanti. Ragionando sempre a cambi costanti, il contributo “particolarmente significativo” al fatturato arriva “dalle aree America Latina e Africa; nelle aree Europa e Nord America la contrazione del fatturato è dovuta principalmente alla riduzione dei prezzi medi di vendita conseguente al calo dei costi della materia prima latte rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente”.

La situazione venezuelana è paradossale: l’iperinflazione nella quale è da tempo caduto il Paese sudamericano vanifica tutti gli sforzi commerciali, con perdite imponenti a causa del deprezzamento continuo che causa sul bolivar, la valuta locale. Nei primi nove mesi dell’anno questo effetto è costato ben 198 milioni di minor fatturato e 31 milioni di euro di margine operativo lordo (ebitda). Venezuela a parte, è l’America Latina il vero traino del gruppo, con un fatturato che a cambi e perimetro costante sarebbe cresciuto dell’81,1 per cento. Le consociate di Brasile, Messico, Colombia, Equador, Paraguay, acquisizioni comprese, passano il miliardo di euro di fatturato e diventano la seconda area di presenza di Parmalat dopo il Nord America. Gli ultimi colpi di mercato, si ricorderà, sono state la LBR (gennaio 2015) e di Elebat e di Nutrifont Alimentos., operante nel mercato degli alimenti nutrizionali ad alto valore aggiunto (luglio 2015) in Brasile, e il Gruppo Esmeralda in Messico, Uruguay ed Argentina. Le acquisizioni in Brasile stanno subendo una ristrutturazione delle attività.

Il margine operativo lordo è pari a 312,2 milioni di euro, in crescita del 4,4%, e rispetto ai 299,1 milioni dei primi nove mesi del 2014, nonostante gli effetti negativi determinati dalla contabilizzazione dell’iperinflazione del Venezuela. Anche in questo caso sono America Latina e Africa, oltre che Australia, le zone più vivaci. Gli utili netti sono in calo del 25,1% a quota 108,1 milioni di euro, a causa di minori introiti della gestione finanziaria e straordinaria.

Per il 2015 è confermata la crescita del fatturato netto superiore al 10% e del margine operativo lordo superiore al 6% a tassi di cambio costanti, escluso l’effetto dell’iperinflazione e comprese le nuove acquisizioni.

Da ricordare che la società ha da pochissimo chiuso due contenziosi derivanti dal crac Tanzi per circa 47 milioni di euro di introiti.

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