Alì supermercati: ‘gogna’ fotografica per chi ruba

Alì supermercati: ‘gogna’ fotografica per chi ruba

Appendere le foto di chi ruba tra nei supermercati per scoraggiare i furti tra gli scaffali. E’ l’ultima, decisamente forte, iniziativa ‘anti taccheggio’ del gruppo Alì Supermercati, forte di un centinaio di punti vendita tra Veneto ed Emilia Romagna. Per il momento si tratta di una sperimentazione in due soli punti vendita di Padova, ma non è escluso che si estenda a tutta la rete. Nelle bacheche dei due punti vendita vengono affisse le immagini pixelate sul volto, per questioni di privacy, di chi si è reso autore di furti e ‘alleggerimenti’ vari ed è stato pizzicato dalle telecamere di sorveglianza. Nelle intenzioni della catena della gdo dovrebbe trattarsi di un deterrente, rivolto soprattutto ai ladruncoli di professione e non di chi compie un reato per uno stato di necessità, nella speranza che questa gogna fotografica possa fare da deterrente.

IN GDO I FURTI SONO IN CALO – I furti nei supermercati rappresentano un costo importante nelle catene, che tende a crescere ciclicamente nei momenti di crisi. Nel 2015, secondo stime elaborate sulla base del “Barometro mondiale dei furti nel retail’, i furti sono ammontati a 2,95 miliardi di euro in Italia: un valore considerevole, anche se in calo del 5% rispetto al 2014. Al primo posto, tra le merci rubate, ci sono i vini e liquori, seguiti da formaggi come grana padano e parmigiano reggiano, poi la carne fresca o trasformata. Gli ammanchi non sono sempre causati dai clienti, i quali anzi sono responsabili solo per il 45% dei furti (53% nel 2014), secondo le stime. Il 23% sono a carico dei dipendenti disonesti, seguiti dagli errori amministrativi, che si assestano al 19%, e dalle frodi dei fornitori per un 13% (8% nel 2014).

SPESA PER PREVENZIONE VICINA AGLI AMMANCHI – Al calo visto nel 2015 contribuiscono gli investimenti in tecnologie e sistemi per la prevenzione, stimati in Italia in 2,42 miliardi di euro. Un valore in realtà molto vicino a quello degli ammanchi.

© Riproduzione riservata