Brexit: il Regno Unito rinuncerà ai formaggi italiani?

Il Regno Unito è il terzo mercato più importante della Ue per l’export delle imprese casearie italiane e vale 200 milioni di euro. Un business a rischio per l’effetto Brexit?
Brexit: il Regno Unito rinuncerà ai formaggi italiani?

I sudditi della Regina Elisabetta II stanno dimostrando di apprezzare sempre di più le specialità casearie “made in Italy”. Il valore delle esportazioni di formaggi italiani nel Regno Unito ha superato i 200 milioni di euro nel 2015 e anche il 2016 si è aperto in modo molto positivo. Perciò la domanda è d’obbligo: come impatterà il referendum Brexit su questo promettente mercato? Mozzarella, Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Gorgonzola perderanno terreno a favore di Cheddar, Stilton e Sage Derby?

CON LA VITTORIA DELLA BREXIT TORNEREBBERO I DAZI – In caso di vittoria della Brexit, spiega Assolatte, uno dei principali problemi della Gran Bretagna potrebbe essere la rinegoziazione dei rapporti commerciali con l’Ue, che oggi rappresenta il 50% sia dell’import che dell’export britannico. Non essendoci più agevolazioni su dazi e scambi, l’Inghilterra potrebbe innalzare barriere doganali, con conseguenze pesanti per l’interscambio import/export con l’Unione Europea. In questa situazione sarebbe coinvolta, ovviamente, anche l’Italia: un aumento delle imposte sull’import in Gran Bretagna avrebbe una ricaduta pesante sulle vendite dei prodotti d’eccellenza “made in Italy”, a partire dai formaggi.

ITALIANI ALL’ESTERO: DOVRANNO CAMBIARE ABITUDINI? – Molto amati e apprezzati dai consumatori inglesi, ritenuti protagonisti dello stile alimentare italiano, nel Regno Unito i formaggi “tricolore” sono consumati sia a pasto che come accompagnamento con i vini italiani durante il rito dell’aperitivo, ormai molto trendy anche a Londra. Ma i formaggi italiani accompagnano la vita quotidiana anche dei circa 261.000 nostri connazionali che vivono in Gran Bretagna, facendone, secondo l’Aire, la maggiore comunità italiana in tutta Europa e la seconda al mondo dopo Buenos Aires.

QUANTO VALE IL MERCATO UK – E così il flusso delle esportazioni di formaggi che dall’Italia vanno verso il Regno Unito è cresiuto, anno dopo anno. Il 2015 ha segnato un nuovo record, sottolinea Assolatte: le imprese casearie italiane hanno venduto in Gran Bretagna 31.804 tonnellate di formaggi, ossia il 7,8% in più rispetto alle 29.482 tonnellate del 2014. A valore l’export italiano ha superato l’anno scorso i 200 milioni di euro, il 3,5% in più rispetto al consuntivo 2014. E anche il 2016 si è aperto in modo positivo, tra gennaio e marzo 2016 le imprese italiane hanno venduto in Gran Bretagna formaggi per un valore di 49,7 milioni di euro, in crescita del 14,7% rispetto al primo trimestre 2015. Invece il volume dei formaggi che dall’Italia sono stati esportati in Gran Bretagna è aumentato dell’8%, toccando le 8.124 tonnellate contro le 7.521 del primo trimestre 2016. Un risultato che migliora ulteriormente la nostra bilancia commerciale casearia: nel primo trimestre 2016, infatti, l’Italia ha importato dalla Gran Bretagna solo 1.613 tonnellate di formaggi.

I FORMAGGI CHE TRAINANO L’EXPORT – L’interesse per i formaggi italiani e l’accresciuta conoscenza della varietà della produzione casearia italiana, si riflette anche nell’andamento dei consumi, che premiamo molte delle principali produzioni italiane. A trainare l’export caseario tricolore sono la mozzarella (10.240 tonnellate complessive nel 2015), i formaggi freschi (7.143), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (6.575 tons), grattugiati (3.480 tons) e Gorgonzola (1.040 tons).

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