Pratiche commerciali sleali: il momento del confronto 

È in occasione di Marca Bologna 2023 che si è tenuto il confronto fra Gdo e industria. Sul tavolo, il tema caldo del Decreto legge 198/2021
Pratiche commerciali sleali: il momento del confronto 

Mai come in questo periodo occorre un approccio sistemico di filiera. Si è aperto con questa consapevolezza il momento di riflessione promosso da Food in occasione di Marca Bologna 2023, che ha visto confrontarsi esponenti del retail e dell’industria su una tematica piuttosto spinosa, quella relativa le pratiche commerciali sleali, inchiesta di copertina di Food Gennaio 2023

LA MATERIA DI LEGGE OGGETTO DI CONTESTAZIONE 

È il D.Lgs 198/2021 – che recepisce la Direttiva europea 2019/633 sulle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare e sostituisce la normativa art.62 del D.Lgs del 2012 – a normare le modalità di trattativa, assicurando le opportune tutele alle parti coinvolte e garantendo così lealtà nelle azioni intraprese. Ma la norma, così acquisita ed emanata dallo Stato italiano, presenta vuoti legislativi, che la rendono facilmente oggetto di più interpretazioni e, di conseguenza, contrasti, che vanno a inficiare sulle negoziazioni. Fra le mancanze più rilevanti: l’assenza di un criterio oggettivo in grado di stabilire le condizioni di subordinazione e prominenza dei soggetti coinvolti, la decorrenza dei termini di pagamento oltre che le condizioni all’atto di vendita.

LE OPINIONI DELL’INDUSTRIA E DELLA GDO 

Stefano Taurini, Managing partner Studio THMR, ha illustrato la dinamica legislativa e le criticità correlate.

Edoardo Gamboni, Direttore commerciale Gruppo VéGé

Ugo Montanari, Direttore Amministrazione Finanza e Controllo di D.IT

Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato Filiera Italia

Francesco Tabano, Presidente Federolio e Direttore Div consumer Oleificio Zucchi, che ha dichiarato “Se siamo arrivati al punto che i nostri rapporti devono essere normati, significa che qualcosa è andato storto. Probabilmente occorre ritornare alle best practice del passato, riprendendo il dialogo fra industria e distribuzione, a prescindere dall’appartenenza dei vari attori alle associazioni di categoria. Credo molto di più in quello che possa rappresentare un’associazione verticale, per cui non più associazioni fra simili, ma associazione di filiera, dal produttore al consumatore finale. Quindi lavorare in partnership può essere la soluzione, andando a produrre ricchezze da dividere equamente fra tutti gli attori. Lavorando in quest’ottica, riusciamo a superare il legislatore, superiamo il termine di pagamento e il problema dei listini“.

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