Campari si rafforza in Brasile con Sagatiba

Campari si rafforza in Brasile con Sagatiba

Shopping d’estate ai tropici per Gruppo Campari, che il 3 agosto scorso ha finalizzato l’acquisizione del brand brasiliano Sagatiba, leader di mercato nella categoria della cachaça premium, in forte espansione in America Latina. Già nel marzo 2010, Gruppo Campari aveva iniziato la commercializzazione di Sagatiba in America Latina in base a un accordo distributivo, ma ora è passata al controllo diretto del 100% del capitale di Sagatiba Brasil, che finora faceva capo all’imprenditore Marcos de Moraes. L’oggetto dell’acquisizione, oltre al marchio Sagatiba e i relativi asset, comprende anche il magazzino dei prodotti finiti. Il prezzo dell’acquisizione – dichiarato nell’annuncio ufficiale dell’operazione – è di 26 milioni (pari a 18 milioni di euro alla data dell’acquisizione), a cui va aggiunto il pagamento di un earn-out pari al 7,5% del valore delle vendite annue negli otto anni successivi al closing. Il multiplo implicito – basato sul prezzo totale dell’acquisizione pari a 36,3 milioni di dollari, che include il valore atteso dell’earn-out – è 13 volte l’Ebitda del 2012, il primo anno di pieno consolidamento dei profitti della marca acquisita
Obiettivo dichiarato: sviluppare la categoria della cachaça premium in forte crescita in Brasile, sostenuta dal trading up del consumatore locale verso prodotti premium, grazie anche alle migliorate condizioni socio-economiche.
Così Campari rafforza la propria posizione nell’attraente mercato brasiliano, potenziando l’offerta del gruppo a livello locale in termini sia di categorie – aperitivi, cachaça, vodka, whisky locali, liquori e brandy locali – sia di fascia di prezzo. Gruppo Campari, peraltro, gode già di una netta leadership nel segmento degli aperitivi con Campari (di cui il Brasile è uno dei mercati principali), Cynar e Cinzano. Inoltre, il portafoglio locale include Skyy Vodka, marchio in forte crescita, oltre a riconosciuti brand locali come l’aguardiente Dreher e gli admix whisky Old Eight e Drury’s.
Creata dall’imprenditore Marcos de Moraes nel 2004, Sagatiba – che sviluppa circa due terzi delle vendite in Brasile – offre una gamma di cachaça di pregio, che include una versione non invecchiata (Pura), destinata in primis ai consumatori più giovani e posizionata per i cocktail, e due prodotti invecchiati (Velha e Preciosa), rivolti a un target più adulto e per un consumo liscio.
A volume, Sagatiba ha realizzato 112mila casse da nove litri nel 2010 registrando una crescita annua media del +21.6% nel periodo 2005-2010 (fonte: Iwsr).
La cachaça – ingrediente principale nella classica ‘caipirinha’ – è la più importante categoria spirit in Brasile: a livello mondiale, è un mercato di 85 milioni di casse da nove litri nel 2010, ma il Brasile assorbe praticamente il 99% delle vendite totali. Il segmento premium, che rappresenta ancora una piccola percentuale del mercato totale della cachaça, sta guadagnando quota di mercato rispetto alla fascia bassa del mercato, grazie anche a un progressivo spostamento dei consumi da prodotti standard a prodotti premium.
Ai primi d’agosto, inoltre, il cda di Davide Campari-Milano ha approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2011. Nel primo semestre 2011 le vendite del gruppo hanno superato i 589,1 milioni di euro (+14,2% complessivamente e +12,2% a livello organico). L’effetto perimetro è stato positivo del +2,3%, principalmente dovuto all’acquisizione di Frangelico, Carolans e Irish Mist. L’effetto cambio è stato negativo del -0,3 per cento.
Il margine lordo è stato 346,5 milioni di euro (+15,7%) e pari al 58,8% delle vendite. Le spese per pubblicità e promozioni sono state 105,8 milioni di euro (+17,5%), pari al 18% delle vendite. Il margine di contribuzione – ossia il margine lordo dopo le spese per pubblicità e promozioni – è stato di 240,7 milioni di euro, in crescita del +14,9% (+11,5% crescita organica) e pari al 40,9% delle vendite.
L’ebitda è stato di 152,1 milioni di euro (+19,7%), mentre l’ebit ha raggiunto i 136,9 milioni di euro (+19,6%). L’utile prima delle imposte e degli interessi di minoranza è stato di 115,4 milioni di euro, in crescita del +18,1% (+17,7% a cambi costanti). L’utile netto del gruppo è stato di 75,3 milioni di euro, in crescita del +8,7% (+8,1% a cambi costanti), dopo aver registrato un aumento degli oneri finanziari netti e delle imposte.
Al 30 giugno 2011 l’indebitamento finanziario netto è pari a 669 milioni di euro (erano 677 milioni di euro al 31 dicembre 2010).
In termini di ripartizione geografica, le vendite sul mercato italiano, pari al 35,6% del totale, hanno registrato un incremento totale del +2,7%, grazie a una crescita organica del +2,6%, trainata dall’andamento molto positivo di Aperol e Campari (che compensano le performance di Campari Soda, Crodino e Cinzano).
Le vendite nel resto d’Europa, pari al 23,9% consolidate del totale, hanno segnato un significativo aumento (+30,4%), grazie a una crescita del business organico del +22,9%, a una variazione di perimetro positiva del +6,6% e a un effetto cambi del +0,9 per cento. In particolare, la crescita organica è stata trainata dalla Germania (+39,9%), grazie a un positivo andamento di tutto il portafoglio e a uno straordinario sviluppo di Aperol. Risultati positivi anche in Russia, Austria, Spagna e Francia.
Le vendite nell’area Americhe, pari al 32,3% del totale, hanno registrato una crescita complessiva del +8%, determinata da una variazione organica positiva del +9,6%, un effetto perimetro positivo del +1,6%, dovuto all’acquisizione dei brand Frangelico, Carolans e Irish Mist, e un effetto cambi negativo del -3,2%. L’area resto del mondo (che include anche le vendite duty free), pari al 8,2% del totale, ha registrato una variazione complessiva del +75,6%, determinata da una crescita organica del +58,1%, trainata dal buon andamento dei consumi e dal passaggio alla nuova piattaforma distributiva del gruppo nell’importante mercato australiano, un effetto perimetro positivo del +6,9% e un impatto positivo dei cambi del +10,6 per cento.
Tra le aree di business, gli spirit (78,1% del totale), hanno registrato una variazione delle vendite del +16,1%, determinata da una crescita organica del +13,8%, un effetto perimetro del +2,6% e un impatto negativo dei cambi del -0,3%.
Gli wine, che rappresentano il 11,6% del totale, hanno registrato una crescita del +16%, determinata da una variazione positiva del business organico del +14,4%, da una variazione positiva di perimetro del +1,9% e da un impatto negativo dei cambi del -0,3 per cento.
I soft drink, che rappresentano il 9,2% del totale, hanno registrato una crescita del +0,8%, grazie all’andamento delle bibite analcoliche (+6,6%). Le vendite di Crodino hanno segnato una leggera contrazione (-0,9%) nel primo semestre, dopo un buon recupero nel secondo trimestre.

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