Filiera Aq, 15 milioni di euro per il lattiero-caseario del Sud

Filiera Aq, 15 milioni di euro per il lattiero-caseario del Sud

Su un impegno finanziario di 15 milioni di euro e un piano di interventi di ricerca nel comparto lattiero-caseario s’incentra il progetto di valorizzazione della filiera latte del Sud Italia coordinato da Filiera Aq, società di servizi per aziende agricole, che si pone l’obiettivo di modernizzare la produzione nelle aziende agrozootecniche del Mezzogiorno, di razionalizzare la logistica della raccolta del latte, di integrare e uniformare i sistemi e le procedure di produzione e controllo di tutti i soggetti della filiera. Con un particolare accento sulle nuove tecnologie, per informatizzare l’intera filiera lattiero-casearia del Sud.
Il progetto, destinato a concludersi a gennaio 2013, è stato finanziato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali nell’ambito dell’attivazione dei contratti di filiera (D.M. 1 agosto 2003) e vede coinvolte quattro importanti cooperative del settore – 3A di Arborea, Asso.la.c., Granlatte, Progetto Natura – per un totale di circa 1.000 allevatori – con attività localizzate in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Fino a oggi – specifica il comunicato stampa di annuncio del progetto – Filiera Aq ha promosso ed effettuato direttamente investimenti materiali per oltre 2,5 milioni di euro, indirizzati sia all’acquisto di impianti di refrigerazione del latte (223 frigoriferi fissi e 27 portatili) e di attrezzature tecniche (strumenti per il prelievo automatico dei campioni di latte, etichettatrici), sia all’informatizzazione delle aziende agricole (circa 400 tra computer fissi, portatili e terminali per la racconta del latte, oltre a software per supportare la gestione dei sistemi di rintracciabilità e controllo e gestire il programma di benessere animale).
Gli investimenti sono stati particolarmente rilevanti in Puglia, per l’acquisto d’impianti di refrigerazione e attrezzature tecniche per un valore che supera i 960mila euro, a cui vanno aggiunti oltre 40mila euro di spesa indirizzati all’informatizzazione della filiera.
“Sono centinaia gli interventi realizzati nell’ambito del progetto di filiera negli ultimi anni, puntualmente rendicontati e verificati per misurarne l’efficacia e la reale rispondenza ai bisogni delle aziende agricole – sottolinea Gianpiero Calzolari, presidente di Filiera Aq – e altri ancora saranno realizzati nei prossimi mesi. In Puglia, in particolare, Granlatte ha intenzione di proseguire su questa strada investendo attivamente nell’informatizzazione del comparto, per garantire un sempre maggiore controllo della filiera in tutte le fasi produttive”.
A questi investimenti materiali, si aggiungono quelli destinati a una serie di programmi di ricerca: il Progetto Contagiosi, in collaborazione con l’Università di Milano, contro l’insorgenza e la proliferazione delle mastiti e per promuovere la diffusione di protocolli per ridurre i fattori di rischio e migliorare gli interventi terapeutici; sul versante igienico-sanitario, il Progetto Paratubercolosi, in collaborazione con l’Università di Bologna; sul fronte ambientale, infine, il Progetto Dairy Carbon-footprint, insieme all’Università di Sassari per misurare l’impatto ambientale della filiera in termini di “impronta ecologica ambientale”, in particolare per le emissioni di anidride carbonica, metano, nitrossido d’azoto. Queste attività di ricerca hanno assorbito finora circa 400mila euro di investimenti immateriali: a essi vanno sommati gli interventi finalizzati al miglioramento dei sistemi di assicurazione qualità, rintracciabilità e benessere animale, nonché al monitoraggio della salute delle bovine.
Inoltre, alcuni progetti sono stati realizzati direttamente dalle singole cooperative aderenti. In Sardegna sono stati introdotti impianti automatizzati per 6,5 milioni di euro, con l’obiettivo di valorizzare il latte conferito dai soci attraverso la produzione di nuovi prodotti con processi innovativi e sistemi avanzati di confezionamento, imballaggio e tracciabilità.
In Calabria sono stati effettuati interventi sulle strutture esistenti in ottemperanza alle normative igienico-sanitarie e sono state acquistate attrezzature per garantire la catena del freddo e consentire la tracciabilità della fase distributiva, con un investimento complessivo di 800mila euro.
In Sicilia le azioni si sono concentrate sulla diversificazione e sul miglioramento qualitativo delle produzioni dei soci, razionalizzando la logistica distributiva in ambito locale e internazionale. Il nuovo magazzino di stagionatura del formaggio ragusano dop, per esempio, permette di ottenere e mantenere standard qualitativi ottimali, rispettando tuttavia la tradizione del prodotto. L’investimento è stato di circa 1,6 milioni di euro.

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