Scaffale con confezioni di Pringles Originali. Snack iconici, patatine fritte.

Kellogg compra Pringles da P&G

Scaffale con confezioni di Pringles Originali. Snack iconici, patatine fritte.

Un passaggio di marchio (e di prodotto) che ha fatto subito il giro del mondo. Kellogg ha acquisito le patatine Pringles da Procter & Gamble per 2,695 miliardi di dollari (in contanti, pari a 2,038 miliardi di euro). L’annuncio dell’accordo è arrivato dalla stessa Kellogg, intenzionata a rafforzarsi nel business degli snacks a livello globale: attualmente, infatti, il gruppo di Battle Creek (Michigan) opera soprattutto negli Stati Uniti con i brand Keebler, Cheez-It a Special K Cracker Chips, che sviluppano meno del 40% del fatturato complessivo.
Il giro d’affari attuale di Pringles – brand presente in oltre 140 Paesi (2° marchio globale nel settore degli snack salati dopo Frito Lay di PepsiCo), con più di 1.700 addetti dedicati – è di circa 1,5 miliardi di dollari l’anno (1,133 miliardi di euro). L’accordo prevede anche l’ingresso in Kellogg dei due maggiori stabilimenti produttivi, situati nel Tennessee e in Belgio.
La chiusura dell’operazione finanziaria – con il completamento della transazione e il via libera dell’Antitrust americana – è prevista per l’estate 2012: comporterà l’indebitamento di Kellogg di circa 2 miliardi di dollari e ridurrà l’utile per azione 2012 di 0,11-0,16 dollari, ma, contemporaneamente, aumenterà l’eps-earnings per share di 0,08-0,10 dollari.
Le sinergie previste da Kellogg per il 2012 ammonterebbero ad almeno 10 milioni di dollari (7,53 milioni di euro), cifra destinata a salire a 50-75 milioni di dollari (37,7-56,6 milioni di euro) nel giro di un anno dalla chiusura dell’operazione.
Da parte sua, P&G ha reso noto di attendersi una plusvalenza netta di 1,4-1,5 miliardi di dollari, che porterà l’utile per azione del 2012 a 3,77-3,93 dollari, rispetto a 3,30-3,43 dollari escludendo il beneficio straordinario. Nell’aprile 2011, Diamond Foods aveva annunciato l’acquisizione delle Pringles da P&G: ma l’operazione era rimasta in stand-by in seguito a un’indagine contabile sul bilancio che ha azzerato l’intero top management.

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