Eataly preferisce Piacenza

Eataly preferisce Piacenza

Nessun matrimonio tra Eataly e Parma. Di mezzo c’è un’amante scomoda: Piacenza. Il più grande supermercato enogastronomico del mondo – i cui punti vendita, da Torino a Tokyo, da Milano a New York, registrano visitatori e fatturato alle stelle – per ora non arriverà nella città ducale, ma si rivolge alla seconda città del ducato. A rivelare il futuro progetto che nascerà a 60 chilometri da qui – e smentire le voci secondo cui il marchio Eataly avrebbe partecipato al mercato del gusto (forse) in Ghiaia – ci pensa l’ideatore del brand della qualità alimentare made in Italy nel mondo, Oscar Farinetti, nel corso di un convegno dedicato all’eccellenza della cucina italiana all’Alma di Colorno.
“Eataly ammira Parma – afferma dopo il suo intervento sul palco – una città che ha fatto grandi cose nel settore alimentare. Difficile però che arriveremo qui a breve. Chissà che in futuro non nasca qualcosa, vi considero senz’altro tra i primi candidati”. Cos’è che manca a Parma? “Gli abitanti, sono troppo pochi – rivela l’imprenditore piemontese – mentre Eataly apre solo nelle grandi città”. Oltre alle capitali internazionali, infatti, di spazi enogastronomici vicini ce ne sono già due: Bologna e Milano, per restare nei paraggi.
Eppure a Piacenza, che di abitanti ne ha molti meno, manca poco all’accordo finale per la realizzazione di un nuovo Eataly. “Quello di Piacenza è un progetto antico che va indietro di dieci anni – spiega Farinetti – in più si tratta di un luogo strategico in continuità tra Milano e Verona, dove si svilupperà un’altra realtà simile”. Ma buona parte delle ragioni sono affettive, e il guru del mangiar bene-e-italiano non lo nasconde. Anzi, ricorda il legame della città in cui fondò e aprì il primo UniEuro partendo dal supermercato del padre (suo lo slogan “L’ottimismo è il profumo della vita”), che nel frattempo a Parma ha chiuso lo scorso settembre, sfrattato – pare – dai cinesi.
“Inoltre – aggiunge l’imprenditore piemontese – Piacenza ha bisogno di una spinta per i suoi prodotti, meno conosciuti ma di grande qualità”. Un esempio? “La coppa piacentina è più buona di quella vostra”, ammette Farinetti. Per fare un giro all’Eataly più vicino, insomma, ai parmigiani tra qualche anno toccherà prendere l’auto e andare a nord-ovest. Oppure fare un salto direttamente a Roma, dove a giugno inaugurerà il più grosso supermercato enogastronomico mai realizzato: 20mila metri quadrati (di cui 19mila fruibili) dedicati alla “bellezza”, con opere d’arte esposte (si comincia con un Modigliani, poi arriverà un Caravaggio e un Tiziano), musica classica trasmessa in streaming mentre si mangia, e un’esposizione di satira politica e cibo con vignette d’autore dal 1861 al 2011.
Il nuovo polo del gusto sorgerà alla ex Cavallerizza di stradone Farnese. Accanto a Eataly ad avanzare l’offerta al municipio ci sono la Indacoo, la nuova cooperativa di costruzioni nata dall’aggregazione tra Piacenza 74 e Coop Valdarda, e la Cassa di Risparmio di Parma. Un’alleanza a tre per aggiudicarsi il bando di gara per la progettazione definitiva ed esecutiva e la gestione di un centro enogastronomico e didattico sulla cultura alimentare e le tradizioni legate al cibo da realizzare con un investimento iniziale, tra ristrutturazioni e oneri, di 4 milioni di euro più un canone annuo di 32mila euro per una durata di 30 anni.

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