Salumi, l’export 2012 a 1,116 mld di euro (+7,2%)

Salumi, l’export 2012 a 1,116 mld di euro (+7,2%)

Sempre più fuori d’Italia: nel 2012, secondo le elaborazioni Assica sui dati Istat, le esportazioni dei salumi made in Italy hanno superato le 138.440 tonnellate (+3,8%), segnando un nuovo importante record in valore: 1,116 miliardi di euro (+7,2%). Il trend del fatturato è migliore sia di quello dell’industria alimentare (+6,9%) sia dell’industria nel suo complesso (+3,7%): la spinta arriva soprattutto dal boom delle esportazioni extra Ue. L’acquisto in Europa dei salumi è cresciuto solo dell’1,3% a volume e del 4,6% in valore, mentre gli invii verso i mercati extracomunitari, come Stati Uniti, Giappone, Canada, Russia e Hong Kong sono complessivamente aumentati del 12,7% in quantità e del 16,5% in valore.
Un trend che attesta l’eurocentrismo della crisi dei consumi, ma anche la capacità delle imprese produttrici di salumi di penetrare sempre più mercati geograficamente o culturalmente lontani. Nonostante le barriere tariffarie e non tariffarie, infatti, il comparto ha rivelato una particolare capacità di lavorare nei Paesi più promettenti e di raccogliere ottimi risultati anche a dispetto del venir meno delle restituzioni alle esportazioni, azzerate dalla Commissione ad aprile 2012.
Dal prossimo 28 maggio, inoltre, salami, pancette, culatelli, coppe e altri salumi italiani a breve stagionatura (provenienti da alcune regioni del Centro-nord) potranno essere esportati negli Usa. Nel 2014, primo anno di effettiva operatività della nuova apertura ai prodotti a breve stagionatura, secondo le stime di Assica, il flusso delle esportazioni potrebbe aumentare di circa 10 milioni di euro, a cui va aggiunto un ‘effetto traino’ sull’export di prosciutti crudi, prosciutti cotti e mortadelle.
Secondo Assica, le perdite per la filiera suinicola dovute alle barriere non tariffarie si potrebbero prudenzialmente stimare in circa 250 milioni di euro/anno di mancate esportazioni: la completa liberalizzazione garantirebbe – il primo anno – 200/210 milioni di euro di maggior export di carni e altri prodotti freschi e 40/50 milioni di euro di salumi e una crescita esponenziale negli anni seguenti. A fronte del buon andamento dell’export, invece, l’import ha evidenziato una netta flessione: -7,3% in quantità per 40.110 ton e -3,3% in valore per 160,5 milioni di euro. Il saldo commerciale del settore ha così registrato un ulteriore importante incremento: +9,2% per 955,2 milioni di euro.
“L’ampliamento dei mercati di destinazione e il raggiungimento delle piazze con il maggiore potenziale di crescita con l’intera gamma delle nostre eccellenze – dichiara Lisa Ferrarini, presidente di Assica, in una nota stampa – sono dunque obiettivi sempre più irrinunciabili. Lo dimostra chiaramente quest’anno difficile in cui, con i consumi interni in flessione e i mercati europei, che rappresentano il 76,5% delle nostre esportazioni, in affanno, l’export verso i mercati terzi ha rappresentato un traino importantissimo”.

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