Latte, prezzo record a 51,3 centesimi al litro

Latte, prezzo record a 51,3 centesimi al litro

Il prezzo del latte italiano alla stalla ha raggiunto a settembre il massimo storico di sempre toccando, nell’ultima quotazione “spot” alla borsa di Verona, i 51,3 centesimi al litro. Lo rende noto Coldiretti, ricordando che il valore registrato rappresenta un riferimento per tutte le principali regioni produttrici, dove sono attesi i necessari adeguamenti.
Si tratta appunto della quotazione più alta mai registrata per il latte italiano, con un aumento del +22 % rispetto allo scorso anno. L’andamento crescente delle quotazioni è determinato a livello internazionale soprattutto dalla scarsità dell’offerta nei maggiori Paesi produttori, che ha condizionato le importazioni in Italia dove peraltro – precisa Coldiretti – è in calo il latte raccolto. Secondo Coldiretti, il trend delle quotazioni starebbe garantendo rendite speculative ingiustificate alle aziende di trasformazione, che hanno firmato un accordo – definito senza mezzi termini “truffa” dall’associazione degli imprenditori agricoli e zootecnici – per il semestre agosto 2013-gennaio 2014 per un prezzo alla stalla di 0,42 euro/litro in Lombardia, che Coldiretti ha finora rifiutato. “Un guadagno ingiustificato per l’industria a danno degli allevatori che – sostiene Coldiretti in una nota stampa – sono costretti ad affrontare un aumento stellare dei costi energetici e dell’alimentazione del bestiame che ha fatto chiudere le stalle”.
Dall’inizio della crisi nel 2007 a oggi hanno chiuso in Italia oltre 6mila allevamenti con la produzione di latte che nei circa 39mila allevamenti rimasti nei primi sei mesi del 2013 si è ridotta in media di oltre il 3% rispetto allo scorso anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Agea, ma è possibile che il deficit possa ulteriormente aggravarsi. Il taglio della produzione è stato del 2,45% in Lombardia, del 2,15% in Emilia Romagna, del 2,73% in Piemonte, del 5,86% in Friuli, del 4,70 in Veneto, del 7,86% nel Lazio, del 5,40% in Puglia, del 4,89% in Campania e del -4,76% in Sardegna, ma il picco negativo registrato nelle Marche (-10,32%).

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