Latteria Montello, carbon footprint per 4 formaggi Nonno Nanni

Latteria Montello, carbon footprint per 4 formaggi Nonno Nanni

Traguardo raggiunto per Latteria Montello – specializzata nella produzione di latticini con oltre 27 milioni di stracchini prodotti l’anno e 90 milioni di euro di fatturato – che ha portato a termine il progetto di calcolo dell’impronta di carbonio lungo tutta la filiera e durante le fasi di vita di alcuni dei suoi prodotti di punta. L’azienda con sede a Giavera del Montello (Tv), titolare del marchio Nonno Nanni, ha partecipato al bando del ministero dell’Ambiente per un progetto finalizzato a calcolare la carbon footprint di quattro formaggi: stracchino Nonno Nanni 125 g, lo stracchino con fermento probiotico 125 g, la robiola Nonno Nanni 100 g e lo squaquerello Nonno Nanni 250 g. E in questi giorni l’azienda ha concluso le ultime fasi del progetto, ottenendo da un lato i risultati della carbon fooprint dei quattro prodotti e la loro certificazione a opera dell’ente di certificazione Csqa (audit 27 marzo 2013), e dall’altro decidendo le misure per la mitigazione dell’impatto da CO2.
“Siamo soddisfatti di questo traguardo raggiunto – commenta <strong>Silvia Lazzarin, responsabile marketing di Latteria Montello</strong>, in una nota stampa –, dopo un’intensa fase di analisi e di studio che ha preso in considerazione, nelle diverse fasi di vita del prodotto, sia la CO2 che si genera per la produzione vera e propria del formaggio, quindi dagli impianti di Latteria Montello, sia quella che si genera in maniera indiretta, ossia per la produzione del latte in stalla. I dati raccolti si basano sull’anno 2011. Ora ci apprestiamo a mettere in atto tutte le misure che ci consentiranno di neutralizzare/compensare le emissioni rilevate”.
La produzione del latte alla stalla incide per la maggior parte delle emissioni: le mucche sono notoriamente grandi produttori di metano, che deriva dal metabolismo della fondamentale microflora simbiotica del rumine e  permette all’erbivoro di nutrirsi. Quindi l’impatto di CO2 complessiva per kg di prodotto finito è relativamente alto, anche considerando la grande quantità di latte necessaria per la produzione di 1 kg di formaggio. Il contributo complessivo delle emissioni derivanti da ‘acquisto della materia prima e pretrattamento’ è il più ingente, mentre quello delle emissioni derivanti dalla produzione nello stabilimento, stoccaggio e fine vita incidono per una quota molto piccola sul totale.”Ora l’impegno assunto con questo progetto – ribadisce Lazzarin– è adottare le misure per ridurre e neutralizzare le emissioni di CO2 in atmosfera”.
Nell’ultima fase del progetto l’azienda ha  individuato gli enti preposti per l’acquisizione di quote di compensazione delle emissioni contribuendo alla realizzazione di impianti di produzione di energia a biomassa in Brasile e per la realizzazione di un’azione di gestione forestale sostenibile in Veneto.
“Questo percorso ambientale condiviso con il ministero, durante il quale siamo stati affiancati da Gruppo Rem, agenzia specializzata in green consultancy, è stato di grande interesse per la nostra realtà – conclude  Lazzarin -, che nel corso degli anni ha già attivato procedure per un maggior risparmio energetico con importanti risultati ad esempio nell’ambito della raccolta differenziata, dove la percentuale di imballaggi destinati al recupero è raddoppiata negli ultimi anni. Inoltre, Latteria Montello ha un impianto di trattamento dei reflui con depuratore biologico i cui residui vengono utilizzati in agricoltura grazie alla loro totale compatibilità ambientale. Come si è potuto appurare e certificare attraverso questo bando con il ministero, la maggior parte delle nostre emissioni dipende dalle fasi di approvvigionamento della materia prima, il latte crudo, anche perché da tempo abbiamo ridotto le emissioni di CO2 durante le attività aziendali , producendo per esempio il freddo necessario alle nostre attività con impianto ad ammoniaca ad alta efficienza termodinamica e non ozono lesivo e diminuendo in modo sensibile il traffico veicolare legato alla vendita del siero di latte e all’approvvigionamento degli imballaggi”.

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