Embargo Russia: dimezzato l’export alimentare

La proroga voluta dal premier Vladimir Putin ha azzerato le spedizioni di frutta, verdura, formaggi e carne made in Italy
Embargo Russia: dimezzato l’export alimentare

La decisione di Vladimir Putin di prorogare di un anno l’embargo sui prodotti alimentari in risposta all’estensione delle sanzioni nei confronti della Russia dimezza le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani. E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti su carne di manzo, carne suina e avicola, frutta e verdura, latte e formaggi dai Paesi dell’Ue, dagli Usa, ma anche da Australia, Canada e Norvegia. La decisione verrà ratificata nei prossimi giorni e non è chiaro se la lista dei prodotti proibiti sarà estesa ad altri prodotti come conserve di pesce, prodotti caseari derivati da grassi vegetali, fiori e dolciumi. Nel primo trimestre del 2015, le esportazioni agroalimentari di food italiano sono praticamente dimezzate (-51,1%) ma sono del tutto azzerate per l’ortofrutta, i formaggi e la carne e derivati. L’impossibilità di esportare sul mercato russo provoca per molti prodotti alimentari una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori. Il danno maggiore che rischia di durare negli anni è determinato pero’ dal fatto che lo stop alle importazioni ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti made in Italy taroccati, dai salumi ai formaggi con la produzione casearia russa di formaggio che nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato infatti un sorprendente aumento del 30% e riguarda anche imitazioni di mozzarella, robiola o parmesan. La conferma viene dal Padiglione Russo all’Expo dove verso il termine del percorso nella sala dedicata al Tatarstan ci sono formaggi molti dei quali richiamano all’Italia per esempio con il marchio Prego ‘Italian Style’ con una scritta ‘Original Italian Recipe’ e gagliardetto tricolore le vaschette con la scritta ‘Solo Formaggio’ con bandierina italiana. Ma i falsi – secondo quanto riportato dalla Coldiretti – arrivano in Russia anche da molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile. Ai danni dovuti al blocco di alcuni prodotti si aggiungono però anche quelli relativi ad altri prodotti non colpiti dall’embargo, anche fuori dal settore alimentare che hanno risentito comunque delle tensioni politiche con un calo degli scambi commerciali.

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