Walmart choc, sarebbe un’evasore fiscale

La società avrebbe spostato in Lussemburgo il controllo di molte filiali estere col risultato di pagare pochissime tasse
Walmart choc, sarebbe un’evasore fiscale

La notizia è di quelle destinate a fare molto rumore: Walmart, la più grande catena di grande distribuzione al mondo sarebbe un grande evasore fiscale. Il condizionale è d’obbligo in questi casi, perchè non c’è una sentenza definitiva che statuisce questa situazione, anche se l’atto d’accusa è molto forte. Lo lancia la ‘American for tax fairness’, una potente associazione americana per la trasparenza fiscale che ha ricostruito la rete di società offshore grazie alle quali il grande retailer americano avrebbe risparmiato 1,3 miliardi di dollari tra il 2010 e il 2013. L’associazione, che è stata finanziata dal sindacato dei lavoratori del settore alimentare e del commercio in questa ricerca, ha contato almeno 78 società sparse in una quindicina di paradisi fiscali del mondo, grazie alle quali la società americana riusciva a sfruttare tutte le facilitazioni fiscali possibili. Il risultato di questo tourbillon di movimenti finanziari infragruppo è di abbassare di molto il tax rate, ovvero l’incidenza fiscale sull’imponibile.

Com’è stato possibile? Il perno di questa sofisticata struttura, dove si intrecciano prestiti infragruppo e tanta altra ingegneria finanziaria, è il Lussemburgo, storica piazza finanziaria per tutti coloro che cercano una ottimizzazione fiscale e al centro negli ultimi anni di ampie critiche da parte degli altri stati europei. Walmart a partire dal 2011 avrebbe trasferito nel piccolo stato europeo, dove non ha nessun punto di vendita, il controllo di attività per 64,2 miliardi di dollari (su 76 miliardi detenuti nei paradisi fiscali), intestate a 22 holding diverse, con il risultato di pagare imposte pari all’1 per cento dei profitti lordi. Tante filiali estere del gruppo americano, dalla Gran Bretagna alla Cina, dal Brasile al Giappone, risulterebbero controllate, di fatto, da consociate nel Granducato o in Olanda, un altro Paese europeo dal fisco generoso. La società in un comunicato ha ricordato di aver pagato in 6,2 miliardi di dollari in tasse aziendali lo scorso 2014, pari al 2% di tutto l’incasso federale.

 

 

 

 
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