Il Caprotti segreto #3

Da "Falce e Carrello" al porfido di Pioltello. Il Dottore decideva quello che bisognava fare, sempre.
Il Caprotti segreto #3

di Paolo Dalcó

Bernardo Caprotti era nato ad Albiate il 7 ottobre 1925 ed oggi avrebbe compiuto 91 anni. Il 21 settembre 2007 presentò il suo Falce e carrello ai giornalisti e ai fotografi che avevano riempito l’hotel Four Season di Milano. Nel libro, scritto insieme a Stefano Filippi e pubblicato da Marsilio, Caprotti accusò le Coop locali di gravi scorrettezze commerciali nei suoi confronti. Le prime sentenze nei confronti di Coop Estense e Coop Liguria diedero ragione a Bernardo Caprotti. Nel 2008 però fu Coop Italia a querelare Caprotti ed Esselunga fu condannata per concorrenza sleale. Poi iniziò una lunga serie di richieste di sospensiva, di cause giudiziarie e il libro fu prima sequestrato nelle librerie e poi ristampato in una seconda edizione.

UNA LUCIDA VISIONE – Ma torniamo al personaggio Caprotti per scoprire la sua determinazione, il suo carattere attraverso due aneddoti curiosi raccontati dalle persone che lo hanno conosciuto. “Un giorno partecipò ad una cena insieme ai numeri uno delle industrie alimentari e della distribuzione europea” ricorda un direttore di Nestlè Italia presente alla serata con il suo presidente. “Caprotti, in quella occasione, era infastidito dalla luce intensa di un faretto davanti ai suoi occhi. Prese un bicchiere e lo lanciò sulla lampada, che si frantumò: frammenti di vetro caddero sul tavolo, lasciando tutti senza parole. ‘Bene adesso possiamo iniziare la cena’ precisò il patron di Esselunga”. Insomma Cappotti andava per la sua strada, faceva senza esitare tutto quello che aveva in mente.

LISCIO COME L’OLIO – Aveva anche un chiodo fisso, una mania per i dettagli. Si racconta che quando fu messo il porfido in un parcheggio per le auto a Pioltello, davanti al quartier generale di Esselunga, lui mandasse a controllare ogni mattina che non cadessero gocce d’olio dalle macchine sul pavimento. Se anche solo una goccia sporcava il pavimento, venivano emesse multe ai proprietari. Per evitarle, in molti andavano a lavorare con un cartoncino che mettevano sotto le autovetture e poi alla sera lo riprendevano. Non sfuggiva nulla a Caprotti, tutto era sotto il suo controllo.

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