L’Italia accoglie Lagunitas, craft beer made in Usa

Dibevit avvia la distribuzione di tre referenze del birrificio americano acquisito al 50% dal Gruppo Heineken un anno fa
L’Italia accoglie Lagunitas, craft beer made in Usa

Scusate il ritardo, ma meglio tardi che mai. Si sono fatte attendere, ma finalmente le birre americane Lagunitas sbarcano sul mercato italiano. Birre artigianali al 100% rigorosamente made in Usa. A produrle è un birrificio nato nel 1993 a Petaluma, nel cuore della Sonoma Valley, cresciuto negli anni e capace di generare oggi un fatturato a volume di 1 milione e 100 mila ettolitri diventando leader di mercato negli Usa per quanto riguarda il segmento delle Indian Pale Ale.

DISTRIBUZIONE – È dunque nella cittadina californiana di 60 mila abitanti che il Gruppo Heineken ha giocato la sua scommessa acquisendo, nel settembre del 2015, la metà del capitale sociale di Lagunitas. Risolte le procedure di trasporto e di distribuzione, la multinazionale ha avviato l’export dei prodotti. L’Italia ha dovuto attendere il suo momento propizio, in leggero ritardo rispetto ad altri paesi europei. Ora però tutto è stato collaudato e da qualche giorno tre referenze della marca americana (che ne conta in portafoglio una ventina) sono in commercio sotto la direzione di Dibevit, società d’importazione controllata dalla stessa multinazionale olandese, nel canale bar e in grande distribuzione dove, in questa prima fase, è stato siglato un accordo con la sola Esselunga, mentre nei prossimi mesi i prodotti raggiungeranno gli scaffali anche delle altre principali catene.

UN TRIS DI BIRRE – Si diceva quindi un tris di birre, nessuna delle quali sottoposta a pastorizzazione durante la fase produttiva. Si comincia con la referenza ‘Ipa’, ottenuta da ben 43 varietà diverse di luppolo americano e 65 tipi di malto, caratterizzata da note balsamiche e agrumate: per intenditori esigenti e amanti del genere. Si passa poi alla ‘A Little Sumpin’ Sumpin’, ben distinguibile dai suoi sentori fruttati e da quelli agrumati del luppolo, una robusta gradazione alcolica (7,5%) e consigliata a chi cerca un’eleganza dei sapori. Infine, il trio si completa con ‘Sucks’, doppia Ipa e risultato di un intreccio di orzo, segale, frumento e avena, per un risultato finale all’insegna dell’intensità organolettica e, quindi, ideale per chi è alla perenne ricerca di birre con stuzzicanti punte aromatiche.

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