Quale futuro per Sterilgarda e Padania Alimenti dopo Ferrari?

Con la morte del fondatore Primo Ferrari si apre il capitolo successione. Le nostre considerazioni e la precisazione del management.
Quale futuro per Sterilgarda e Padania Alimenti dopo Ferrari?

Quale futuro si prospetta per Sterilgarda e Padania Alimenti dopo la scomparsa di Primo Ferrari? Il fondatore e presidente delle due società è, infatti, scomparso qualche giorno fa all’età di 93 anni, dopo una lunghissima e fortunata carriera come imprenditore nel settore lattiero caseario.

DUE AZIENDE EFFICIENTI E SENZA DEBITI  

Le due aziende hanno i conti in ordine e un’organizzazione produttiva molto efficiente: la mantovana Sterilgarda ha fatturato nel 2015 oltre 310 milioni di euro con 20 milioni di utili netti, mentre la cremonese Padania – conosciuta per il marchio di latte “èpiù – ha riportato ricavi superiori ai 130 milioni di euro con 9 milioni di utili. Una particolarità interessante e piuttosto rara è che le due società non hanno praticamente debiti finanziari e sono ben capitalizzate a livello di patrimonio netto, cosa che ne fa due società molto solide in un settore che ha subito molti scossoni negli ultimi anni, soprattutto per il mercato interno che ha dato, e che sta dando, ben poche soddisfazioni ai produttori di latte.

CHI GESTIRA’ LA FASE DI TRANSIZIONE?  

Il vuoto lasciato da Ferrari come sarà colmato? In questa fase le redini delle aziende saranno prese in mano da Fernando Sarzi, socio di minoranza di Ferrari e da sempre suo braccio destro. Ma non è chiaro se gli eredi dell’imprenditore appena deceduto vorranno cedere le loro quote dell’azienda o mantenere la proprietà, magari gestendo il loro patrimonio con l’aiuto di consulenti di valore o conferendolo a qualche fondazione o trust. Qualcosa in più si saprà con l’apertura del testamento di Ferrari, di cui si ricordano non solo i successi imprenditoriali ma anche le battaglie con gli allevatori della Coldiretti (ma non solo) che più volte hanno alzato imponenti picchetti davanti alla sua Sterilgarda, per impedire l’arrivo di latte acquistato all’estero. Sterilgarda, che è cresciuta anche grazie all’export di prodotti come il mascarpone che viene inviato in tutto il mondo, non è mai stata un’azienda di filiera come Granarolo, preferendo muoversi sul mercato dell’approvigionamento con le mani libere da accordi con gli allevatori italiani.

LE IPOTESI SUL DOPO SONO TANTE  

Nel caso l’azienda fosse in vendita, a chi potrebbe interessare? In passato sia Parmalat sia Lactalis sono stati degli interlocutori, ma senza arrivare a vere e proprie trattative. Dopo l’integrazione tra Centrale del latte di Torino e Mukki, il mercato si è ancor più concentrato ma non sono esclusi altri colpi. Non certamente per il latte, un prodotto che gode di scarsissima fama adesso e sembra avere ben poco futuro. A un acquirente di Sterilgarda potrebbero interessare i clienti esteri che ha già la società, mentre il private equity potrebbe essere interessato ad acquisire le due aziende con l’ottica di iniettare in esse del debito bancario, ora inesistente, e procedere ad acquisizioni senza che la solidità patrimoniale ne risenta. Anzi, creando un nuovo campione nazionale.

IL MANAGEMENT PRECISA

Incontrato in occasione di Cibus Connect, Fernando Sarzi ha precisato a Food che «le due società non sono in vendita e qualora lo saranno da parte del socio di maggioranza io sono interessato a esercitare il diritto di prelazione previsto per acquisirne il controllo. L’impegno per proseguire l’attuale gestione di successo era stato concordato direttamente con Primo Ferrari con il quale ha sempre mantenuto una buona relazione.  Preciso poi che Sterilgarda produce per le marche private solo un 40% del suo fatturato e che ha il controllo della filiera del latte. Smentisco categoricamente che esistano trattative con cinesi o con altri gruppi europei per la vendita dell’azienda». Sarzi è una
persona concreta e con questa dichiarazione vuole tagliare corto sulle voci che da alcune settimane si registrano sul mercato. Alla domanda con quali soldi potrà acquisire il controllo della società la risposta è stata chiara: «Non c’è alcun problema di soldi».

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