Riso, l’età del benessere

La maturità del mercato del riso bianco tradizionale è compensata dalle specialità come risi integrali e biologici, che registrano tassi di crescita a doppia cifra e volumi interessanti
Riso, l’età del benessere

Ad un osservatore distratto il mercato del riso potrebbe sembrare un business giunto alla maturità. Una commodity indispensabile, parte della dieta globale, ma proprio per questo ormai banalizzata. A uno sguardo più attento, invece, il mondo del riso sta vivendo una seconda giovinezza. Se il riso bianco è in frenata, infatti, altri segmenti si stanno affermando con crescite a doppia cifra e volumi sempre più interessanti. Le parole chiave, come in altri settori, si chiamano biologico, benessere integrale, varietà, alto contenuto gastronomico, qualità, origine. E tutti i principali produttori sono intenzionati a intercettare questi trend.

Tutti i numeri

Integrale e risi etnici si confermano le stelle di questo mercato. Nel 2016, il mercato del riso nel suo complesso ha segnato una sostanziale stabilità, con un +0,3% a volume nell’anno terminante a novembre 2016 secondo i dati di IRI in ipermercati, supermercati e Libero Servizio Piccolo (LSP). Il mercato muove 119.050 tonnellate, per oltre 274 milioni di euro. A veicolare la maggior parte delle vendite è il canale supermercati, che rappresenta il 69,7% dei volumi venduti, seguiti dal libero servizio piccolo, al 16,4% e dagli ipermercati, al 13,8% (che diventa il 14% a valore). A livello geografico, i consumi sono ben distribuiti lungo tutta la penisola, con una leggera preponderanza del Nord Ovest, terra d’elezione del risotto, al 31,6% a volume (32,8% a valore). Fanalino di coda il Sud, al 22,3% a volume (21% a valore). Il risultato è frutto di due dinamiche opposte: il riso bianco decresce a volume del 1,9%, il parboiled del 3,5%, mentre le specialità fanno segnare +15,6% (sempre a volume).

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