Mosca si affida ai caseifici italiani

A 3 anni dalla chiusura del mercato russo ai formaggi Ue, Mosca lancia un progetto mostre da 75 milioni di euro e chiama a raccolta i produttori italiani
Mosca si affida ai caseifici italiani

La Regione di Mosca punta sulla produzione di formaggi, e lancia un piano operativo che la porterà a diventare non solo il secondo distretto caseario dell’intera Russia ma anche il più specializzato nella produzione di formaggi simili a quelli tradizionali italiani. Lo rivela Assolatte, anticipando che quest’ambizioso progetto è al centro dell’edizione 2017 dell’International Agricultural Dairy Forum, in corso ora a Mosca. Il progetto prevede, entro la fine del 2018, la realizzazione nel Dmitrovsky District di sette stabilimenti caseari per una superficie complessiva di 17 ettari e una potenzialità produttiva annua di 12mila tonnellate di formaggi di qualità. L’investimento complessivo è stimato in 5 miliardi di rubli (pari a 75 milioni di euro).

Il progetto

Sarà il governo della Regione di Mosca a finanziare la costruzione a pochi chilometri a nord della capitale di nuovi e moderni allevamenti, di stabilimenti ad alta tecnologia per la lavorazione del latte, di magazzini di stoccaggio e delle relative infrastrutture. Ma a metterci il know-how dovrebbero essere le imprese casearie italiane, invitate dalle istituzioni russe per sviluppare partnership finalizzate alla produzione di quei formaggi che i consumatori russi sanno essere di grande pregio. L’embargo, imposto nel 2014, ha colpito tutte le imprese europee che nel giro di 24 ore hanno perso 250mila tonnellate di export. A tanto ammontavano le vendite in Russia delle aziende europee, con l’Italia che mostrava tassi di crescita a due cifre – commenta Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte. Tra 2013 e 2016 le importazioni di formaggi in Russia sono diminuite del 42,5% mentre la produzione interna è aumentata del 60,8% raggiungendo le 690mila tonnellate. Il loro obiettivo di medio periodo è quello dell’autosufficienza. Ma, nonostante questa crescita dei volumi, continua a mancare l’expertise per ottenere una produzione casearia di alta qualità, come quella italiana, molto apprezzata e richiesta dal mercato russo.

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