Lavazza inaugura la sua Nuvola

Aperto dopo tre anni di lavoro e 120 milioni di investimento il nuovo centro direzionale nella periferia di Torino. All'interno anche un ristorante gourmet, un bistrot e il Museo Lavazza
Lavazza inaugura la sua Nuvola

Nel 1895 c’era semplicemente una drogheria al civico 10 di via San Tommaso. Oggi il cuore della multinazionale batte a Torino, nel quartiere Aurora, dove la Nuvola Lavazza ha aperto le porte al pubblico. L’azienda del caffè famosa nel mondo – nata oltre 120 anni fa da una piccola bottega del centro e cresciuta fino a diventare un gruppo presente in 90 Paesi, con un fatturato di 2 miliardi – ha voluto investire nella periferia della città recuperando un intero isolato per trasformarlo nel nuovo centro direzionale con circa 600 dipendenti. Il progetto è di Cino Zucchi Architetti, vincitore di un concorso a inviti. La struttura occupa circa 18.500 metri quadrati in Borgata Aurora, vicino al centro di Torino, e ha la forma sinuosa di una grande nuvola, con l’altezza del complesso che varia sui diversi lati in relazione all’orientamento solare e agli edifici circostanti. Nell’edificio progettato da Cino Zucchi si sono trasferiti gli uffici dell’azienda, la cui gestione è nelle mani della quarta generazione Lavazza che mantiene saldo il radicamento sul territorio torinese.

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Cosa contiene la Nuvola

Le caratteristiche del nuovo centro direzionale consentono di ospitare lo Iaad-Istituto Arte Applicata e Design, dove operano circa 700 giovani creativi italiani e stranieri che si avvalgono del patrimonio custodito al Museo Lavazza progettato dallo studio Ralph Appelbaum Associates. Oltre il 90% di open space, aree quick meeting e sale riunioni tecnologiche per connettersi agevolmente anche con l’estero: tutto nella Nuvola Lavazza favorisce la creatività e la collaborazione, anche in modo virtuale. Anche il trasloco dalle storiche palazzine di Corso Novara e via Tollegno è stato organizzato da Lavazza in un’ottica sostenibile, tenendo conto delle necessità del territorio. Al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale, infatti, la mensa aziendale, gli arredi, la cancelleria, i computer e gli strumenti tecnologici sono stati recuperati in modo intelligente: circa tremila pezzi sono stati donati a enti esterni, tra cui istituti scolastici, ospedali. I lavori di costruzione del centro direzionale erano iniziati nell’autunno 2014 e si sono conclusi nel 2017. La Nuvola contiene la nostra memoria e il nostro futuro – dichiara il presidente Alberto Lavazza. Ha le radici ben salde nella città e nel quartiere Aurora, storicamente teatro del nostro sviluppo industriale, ma è allo stesso tempo un complesso in grado di dialogare con il mondo. Così ci piace pensare che Nuvola Lavazza abbia radici future, perché siamo convinti che il futuro possa maturare bene solo se le radici sono profonde.

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Antonella, Francesca e Manuela Lavazza davanti al Museo Lavazza (foto: Alessandro Albert)

Non solo un quartier generale

Per creare il suo nuovo punto di riferimento sotto la Mole, Lavazza ha schierato un dream team d’eccezione. A Zucchi è stato affidato il progetto della Nuvola; allo studio americano Ralph Appelbaum quello del museo che aprirà l’8 giugno; a Ferran Adrià, insieme al premio Oscar Dante Ferretti e allo chef Federico Zanasi, il concept del ristorante gourmet Condividere. L’investimento, di 120 milioni di euro, restituisce alla città un intero isolato riqualificato. Abbiamo voluto che fosse molto di più del quartier generale efficiente e innovativo di un’impresa moderna e aperta alla contemporaneità – spiega il vice presidente Giuseppe Lavazza. È un grande portale che mette in relazione la nostra azienda, la città dove siamo nati con i Paesi in cui Lavazza opera. Tutto in un contenitore che fa da quinta maestosa al viavai frenetico del quartiere e che ha ottenuto la certificazione energetico-ambientale LEED, livello Platinum, di cui si possono fregiare meno di 30 edifici in tutta Italia. A completamento del progetto c’è una piazza in cui si possono vedere i resti di una basilica paleocristiana riemersa nel 2014, durante i lavori, e l’ex centrale Enel di via Bologna, anch’essa recuperata e riaperta con una nuova destinazione culturale. Uno spazio eventi in grado di ospitare fino a mille persone, con un auditorium da 280 posti. Nello stesso edificio apriranno l’8 giugno ‘Condividere’, il ristorante gourmet ideato da Ferran Adrià, e il Bistrot ispirato alla filosofia di Slow Food, aperto ai dipendenti Lavazza e al pubblico. Una scelta che va nella direzione della costruzione di comunità, anche attraverso il cibo e il Made in Italy. Un omaggio alla cultura del caffè come esperienza da vivere a 360 gradi è inoltre il Museo Lavazza, anch’esso in apertura l’8 giugno. Uno spazio espositivo accompagnato dai testi della Scuola Holden, con la direzione artistica di Alessandro Baricco, che celebra il rito dell’espresso in ogni sua declinazione: dalla produzione alla lavorazione, dalla ricerca all’immagine, alla comunicazione.

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Galleria La Fabbrica nel Museo Lavazza (foto: Andrea Guermani)
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