Pratiche commerciali sleali in dirittura d’arrivo

Con l'ok della Commissione Agricoltura dell'UE, ora manca solo il voto dell’Assemblea Plenaria del Parlamento Europeo per approvare la direttiva europea contro le pratiche sleali a danno di operatori e consumatori
Pratiche commerciali sleali in dirittura d’arrivo

Fine del tunnel per la direttiva europea contro le pratiche commerciali sleali nella catena alimentare a danno di agricoltori, produttori e consumatori europei. “Con il voto a grandissima maggioranza espresso ieri dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, 38 voti a favore, 4 contrari e 2 astenuti – afferma Paolo De Castro, primo vice presidente della Commissione agricoltura e relatore del dossierora attendiamo solo l’imprimatur dell’Assemblea Plenaria nella sessione dell’11 marzo a Strasburgo per dare il via libera ufficiale al testo”.

DALL’EUROPA ALL’ITALIA

L’iter decisionale si conclude in tempi da record e ora mi auguro – prosegue l’eurodeputato Pd – che l’Italia possa recepire il provvedimento entro il 2019. Sono fiducioso che questo avvenga in quanto già il progetto di direttiva UE aveva ottenuto un’opinione favorevole all’unanimità da parte della Camera dei Deputati”. Per De Castro “è più che mai importante che la nuova direttiva UE venga applicata al più presto a livello nazionale per garantire protezione e norme comuni a tutti i produttori europei che saranno in grado di difendersi dallo strapotere della grande distribuzione. Ora il 100% degli agricoltori e il 99% delle aziende europee saranno tutelate da almeno 16 pratiche inique e inaccettabili”.

PRATICHE COMMERCIALI SLEALI: UNO SCUDO CONTRO LA BREXIT

Le pratiche sleali oggetto della direttiva vanno dalla cancellazione last minute degli ordini ai ritardi nei pagamenti, dalle modifiche unilaterali dei contratti ai mancati pagamenti ai fornitori per la merce invenduta da parte delle grandi centrali di acquisto. “Senza dimenticare – conclude De Castroche l’applicazione rapida delle nuove regole è importante anche in vista delle turbolenze commerciali che potrebbero prodursi in caso di un mancato accordo sulla Brexit tra Bruxelles e Londra”.

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