Delisting Parmalat, il Tar rigetta ricorso di Citigroup

Secondo i giudici amministrativi la Consob ha rispettato tutte le regole nel concedere il ritiro dal listino di Borsa. La posizione della banca americana si indebolisce e cresce l'incognita sul futuro del gruppo emiliano
Delisting Parmalat, il Tar rigetta ricorso di Citigroup

Per il Tar del Lazio, Parmalat potrà essere delistata da Piazza Affari, con buona pace di Citigroup. Con un’ordinanza il tribunale amministrativo ha respinto, infatti, la richiesta di annullamento della delibera Consob che dava il via libera all’addio della società parmigiana alla Borsa dopo circa 30 anni di quotazioni e un crac che ha fatto epoca. E’ passata, quindi, la linea difensiva di Lactalis, che da tempo sta cercando di far uscire la società dalla Borsa per procedere a una grande ristrutturazione che probabilmente investirà anche gli altri marchi di sua proprietà nella Penisola, Galbani in primis.

LE OPZIONI DI CITIGROUP

Citigroup ha affidato ad una nota la sua riserva di ricorrere al Consiglio di Stato contro questa ordinanza, ma sarebbero al vaglio anche altre soluzioni. La banca americana ha sottolineato anche che “qualsiasi smantellamento di Parmalat porterebbe a conseguenze che sono già state oggetto di discussione da parte del Parlamento italiano e di quello europeo”. Di cosa ha paura Citigroup? La società è in attesa della decisione della Cassazione circa un risarcimento danni che potrà essere pagato anche con 347 milioni di titoli del gruppo emiliano, che valgono poco meno di un miliardo di euro ai prezzi correnti. Ma, una volta ‘delistata’, la banca americana potrebbe trovarsi un pacchetto di titoli in mano (circa il 10% del totale) che varranno meno perché li potrà liquidare ben più difficilmente (e, di fatto, solo a Lactalis), non potendoli più collocare sul mercato. Inoltre, un eventuale ‘spezzatino’ della società potrebbe mettere anch’esso a rischio il valore dei titoli.

LA DECISIONE DEL TAR

Ma per il Tar non è possibile rilevare con sufficiente certezza la sussistenza dei ‘profili di fondatezza del ricorso’ che costituiscono il presupposto per la concessione della tutela cautelare”, specificando anche che “la posizione creditoria fatta valere dalla società ricorrente (per quanto possa rilevare quale presupposto della situazione giuridica azionata in questa sede) è comunque ancora sub judice, essendo pendente il giudizio sul ricorso per Cassazione”. Insomma, Consob ha agito seguendo tutte le regole senza ledere nessun diritto di Citigroup, la quale non avendo ancora una sentenza definitiva in mano circa le sue pretese risarcitorie, non può (potrebbe) avanzare questo tipo di pretese. Il contenzioso tra le due società dura da molti anni e, finora, i tentativi di conciliazione sono sempre andati a vuoto. Se Parmalat dovesse quindi arrivare al delisting, come sarà possibile senza ricorso, non è escluso che i due contendenti cerchino la via dell’accordo.

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