Arriva il maxi “Qe” anti-pandemia della Bce

La Banca centrale europea immette altri 750 miliardi di euro per il 2020 tramite acquisti di bond e commercial paper
Arriva il maxi “Qe” anti-pandemia della Bce

Il bazooka della Banca centrale europea è finalmente arrivato, e va sotto il nome, decisamente evocativo, di Pandemic Emergency Purchase Program (Pepp). Ieri in tarda serata, infatti, la Bce ha deciso un “Quantitative easing” (Qe) da 750 miliardi di euro per il 2020, che andrà ad aggiungersi alle altre misure già prese nei giorni scorsi, giudicate totalmente inadeguate al momento soprattutto dall’Italia, la nazione che più di tutte – e prima di tutte – ha affrontato l’emergenza del Coronavirus Covid – 19.

Il Qe non è altro che un acquisto massiccio di titoli da parte della Bce che fornisce così liquidità al mercato del credito e a quelli monetari ed evita così che il circuito finanziario si inceppi per mancanza di prospettive future sulla solidità di banche e aziende. I 750 miliardi dovrebbero andarsi a sommare agli altri interventi in essere e già decisi, portando l’entità dell’intervento della Bce a 1.100 miliardi di euro per il solo anno in corso. E, per dare maggiore forza a questa azione la stessa Lagarde ha fatto sapere che l’istituto è “pronto a incrementare l’acquisto di asset per quello che sarà necessario e per il tempo dovuto”. Una sorta di “whatever it takes” che disse Mario Draghi del 2012, quando l’Europa era rimasta impantanata nella precedente crisi finanziaria.

LA BCE ACQUISTERÀ ANCHE COMMERCIAL PAPER

La grande novità rispetto al precedente, grande, Qe deciso da Draghi è la maggiore ampiezza del campo di gioco della Bce. Innanzitutto l’istituto potrà acquistare, per un massimo di 50 miliardi di euro, anche i titoli del debito greco, una volta esclusi da questi programmi perché con un rating da “junk bond”.

La seconda novità, che farà molto piacere alle imprese, è che la banca ha aperto anche all’acquisto dei “commercial paper” (titoli di credito commerciale) delle imprese non finanziarie, che non erano mai state acquistate nelle precedenti operazioni.

A tutto questo si sommano le consuete categorie di titoli acquisiti: ovvero le obbligazioni governative e i cosiddetti “corporate bond”, quelli emessi dalle imprese. L’effetto sui mercati finanziari si è visto subito, con un calo repentino dello spread italiano, che tanto impaurisce governo e operatori, tornato sotto 200 punti dopo aver oltrepassato i 300, nella prima seduta utile dopo l’annuncio.

SERVONO ANCHE MANOVRE FISCALI

Questo intervento basterà a tamponare una situazione economico-finanziaria che è peggiorata con una rapidità mai vista? Presto per dirlo, in quanto il paracadute finanziario della Bce da solo potrà poco senza adeguate manovre fiscali. L’Italia ha messo in campo 25 miliardi di euro per il solo mese di marzo e tutti i grandi Paesi hanno messo in campo manovre e garanzie statali, a iniziare dai 550 miliardi della Germania per proseguire con i 45 miliardi di aiuti alle imprese della Francia (e 300 miliardi di garanzie). Anche negli Stati Uniti il presidente Donald Trump ha messo in campo un pacchetto di sostegno, arrivando a preconizzare anche l’”helicopter money”, ovvero la distribuzione a pioggia di denaro ai cittadini, parlando di 1000 dollari a persona. Si vedrà.

Prima della nuova azione della Bce le grandi società di rating – Moody’s e S&P – si erano espresse sulla congiuntura internazionale rivedendo al ribasso in modo sostanziale le stime di crescita del Prodotto interno lordo mondiale, con alcune zone in recessione pura. La banca d’affari americana Goldman Sachs aveva scritto un paio di giorni fa che l’Italia, in questo scenario, avrebbe visto il suo Pil 2020 scendere del 3,4%, un durissimo colpo all’economia che forse il programma Pepp potrà attenuare.

© Riproduzione riservata