L’effetto lockdown sulle grandi marche

I cambiamenti nella spesa degli italiani e i passaggi da marca industriale a marca del distributore, o da una marca industriale all’altra, nell’ultima ricerca Doxa realizzata in esclusiva per Food
L’effetto lockdown sulle grandi marche

Quando si parla di spesa, è interessante analizzare come e quanto il lockdown dovuto al Covid-19 abbia modificato il carrello alimentare anche dal punto di vista delle marche. Con un’attenzione particolare ai passaggi tra marca industriale e marca commerciale, e a quelli da una marca industriale a un’ltra.

E’ quanto ha fatto Doxa nella sua ultima indagine realizzata in esclusiva per Food dal 15 al 19 maggio 2020. Al sondaggio sul rapporto con le marche di prodotti alimentari durante la fase di lockdown degli italiani appartenenti alla community digitale Doxa Roamler hanno risposto 500 intervistati.

MARCHE, SPESA E LOCKDOWN

Il primo dato interessante è la percentuale di rispondenti che hanno dichiarato di avere cambiato il loro carrello della spesa alimentare durante il lockdown (46%). In particolare, il 23% è passato per qualche prodotto alimentare da una marca industriale a una commerciale; il 17% è passato da una marca industriale a un’altra e l’11% da una marca commerciale a una industriale.

Tra i prodotti interessati dai cambiamenti di marca troviamo pasta, farine, biscotti e latte, latticini o formaggi.

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COSA SPINGE AL CAMBIAMENTO

Il passaggio dalla marca industriale a quella commerciale è guidato dalla convenienza e dalla presenza di offerte e promozioni in punto vendita. Una quota di rispondenti ha dovuto scegliere una marca commerciale per l’assenza della marca industriale desiderata.

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Il passaggio da una marca industriale ad un’altra ha riguardato soprattutto la pasta ed è stato guidato dalle offerte e dalle promozioni in store. Anche gli out of stock hanno influenzato le scelte dei consumatori.

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Il passaggio da una marca commerciale a una industriale ha interessato principalmente pasta e farina, a seguire latte/formaggi e biscotti. Anche in questo caso si è guardato alle offerte e non sono mancate le situazione di out of stock delle marche desiderate. Il 40% dei rispondenti dichiara che continuerà a comprare le marche che ha iniziato ad acquistare durante l’emergenza sanitaria.

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